ISTITUTO
COMPRENSIVO L. CAPUANA
PIAZZA
ARMERINA
ARGOMENTARE,
CONGETTURARE E DIMOSTRARE
NELLA SCUOLA DI TUTTI
ANNO
SCOLASTICO 2001/2002
Classi coinvolte
·
Prime
elementari plessi Trinità Canali
·
Alunni
H IIIA plesso Trinità
Insegnanti coinvolti
·
Cumia
Alessandro
·
Rindone
Mariella
·
Marotta
Salvatore
Il quadrato magico (consegna)
Livello scolare: I
elementare.
Lattività consiste nel
completare il quadrato magico inserendo i numeri mancanti in modo che la somma
dei numeri di ciascuna riga, colonna o diagonale risulti sempre la stessa.
Somma
9
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3 |
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2 |
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4 |
Lattività prevede la
conoscenza dei numeri da 1 a 9 e il concetto di addizione e sottrazione, la
conoscenza del rigo, della colonna e della diagonale.
In ogni fase ci sarà una
consegna diversa, per evitare che i bambini memorizzino la posizione dei numeri
nel quadrato magico.
Consegna. Metti il numero
mancante affinché laddizione risulti 7.
Si dà il gioco con alcune
colonne, righe e diagonali.
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5 |
1 |
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2 |
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3 |
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4 |
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1 |
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1 |
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3 |
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In questa fase giocheranno
linsegnante e lallievo, per accertarsi che il bambino abbia capito la
consegna.
4 |
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1 |
La consegna è uguale alla
prima fase cambia soltanto la somma da 7 a 8.
In questa fase linsegnante
si allontana e gli allievi giocano in coppia.
Allievo A contro allievo B.
Consegna. Inserisci i numeri
nelle caselle vuote, in modo tale che in ogni riga, in ogni colonna e in ogni
diagonale la somma dei tre numeri risulti essere il numero 9
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3 |
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2 |
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4 |
In questa fase giocheranno
due squadre: squadra A contro squadra B.
Durante il gioco bisogna
fare in modo che la squadra A non deve copiare la squadra B e viceversa, quindi
si potranno prendere due lavagne e posizionarle frontalmente.
In tutte le tre fasi
linsegnante avrà cura di annotare tutte le strategie messe in atto dai singoli
alunni per poi fare lanalisi quantitativa.
Nel periodo che precede la
prova gli insegnanti non hanno effettuato nessun intervento sui bambini che
fosse mirato alla soluzione della stessa.
In fase di preparazione infatti, si sono limitati a
presentare, con terminologia appropriata, il tutto come un gioco, però in
quanto tale ha delle regole da seguire e rispettare.
Abbiamo fatto in modo che i
bambini, tutti, fossero in possesso dei requisiti di base per potere
partecipare alle diverse fasi in condizioni di parità.
Accertato che tutti gli alunni, tramite lezioni
specifiche, hanno raggiunto quegli obiettivi minimi che permetteranno loro di svolgere
la prova, si è convenuti che le classi fossero pronti a iniziare la
sperimentazione.
A lavori conclusi si
rivelano le seguenti osservazioni.
È la fase dove si esprimono
al meglio le capacità scolastiche ed intellettive del bambino, poiché lo stesso
non avverte nessuna situazione conflittuale o agonistica verso linsegnante. Di
conseguenza con calma trova la soluzione e serenamente segue le regole del
gioco. Si nota infatti che il bambino davanti al quadrato esploso riflette
senza ansia, cerca di risolvere il gioco e nella maggior parte dei casi ci
riesce.
Lerrore più frequente è
stato quello di sommare le cifre esistenti piuttosto che trovare quella
mancante. Per ogni situazione linsegnante chiede la strategia attuata dal
bambino.
I bambini portatori di
handicap sono riusciti, in parte, nella consegna poiché supportati dalla
presenza e del sostegno dellinsegnante.
La prima impressione è che
lalunno si avvicina al gioco più sicuro di sé, poiché ha già effettuato una
fase, quelli che nella prima fase hanno indovinato esprimono una sicurezza
maggiore di coloro che avevano ottenuto un risultato negativo.
Durante questa fase comincia
ad accendersi la competizione e i risultati ne vengono influenzati.
In molti casi i bambini
perdono più tempo per evitare errori, ma in altri casi la voglia di velocizzare e la volontà di
battere il compagno, li porta a cercare la soluzione per tentativi.
Comunque ci riteniamo
soddisfatti anche dei risultati ottenuti nella II fase.
Abbiamo osservato che la
formazione delle due squadre stimola nei bambini dei sentimenti contrapposti.
Da parte dei bambini vengono
subito riconosciuti i leaders che spontaneamente saranno i più impegnati nel
tentativo di soluzione.
Alcuni si stringono intorno
ai leaders contribuendo con incitamenti e proposte al risultato finale; altri rendendosi conto di non poter essere
di aiuto, si autoescludono dalla gara. Questultimi riescono meglio nella prima
fase e cioè con linsegnante.
Nelle fasi II e III ha giocato
un ruolo determinante lo stato emozionale degli alunni H, in quanto si
sono inibiti, perché, trovandosi a competere con bambini più piccoli, per
timore di perdere, si sono affrettati a dare il risultato disattendendo così la
consegna.
Rassicurati dallinsegnante,
i bambini,partecipano al gioco più fiduciosi nelle proprie possibilità.
Nella sperimentazione sono
stati inseriti due alunni in situazioni di handicap, frequentanti la classe
terza elementare, il quale livello di apprendimento gli permette di poter
partecipare alle attività con gli alunni della classe I elementare.
Essendo la consegna di difficile
comprensione, poiché il quadrato magico contiene anche conoscenze implicite e
trovandoci in presenza di bambini di sei anni e portatori di handicap, si è
ritenuto opportuno esemplificare il gioco con lintroduzione di due fasi
preliminari nelle quali i bambini interiorizzano il concetto di colonna, riga e
diagonale.
In tutte le tre fasi
linsegnante ha avuto cura di non correggere immediatamente il bambino per non
rivelare la giusta soluzione, ma attraverso la retro-azione, aiutati se in
difficoltà, farli pervenire alla formulazione per risolvere il quesito.
Alla fine linsegnante
chiede agli alunni di dimostrare come si è arrivati alla giusta soluzione,
passando così alla fase dellistituzionalizzazione convincendo sé stesso e gli
altri.
Lesperimento è servito a
consolidare e interiorizzare il concetto di addizione e sottrazione.
Lesperimento, inoltre, è
servito a condurre gli alunni a riflettere per trovare le strategie opportune,
secondo le proprie capacità e il modo di sperimentare soluzioni.
Durante le prove abbiamo
verificato che n° 6 bambini hanno
eseguito la stessa verificando le varie ipotesi prima di dare la soluzione, di
questi n° 4 presentano indicatori linguistici di condizionalità giustificando
le varie fasi; altri n° 2 invece giustificano
le strategie adottate.
N°1 bambino definisce il
risultato con giustificazioni
generali.
N°1 bambino progetta il
tutto e argomenta con ragionamenti
di tipo locale ( che riguardano in altre parole il solo caso presentato).
N°1 bambino classifica e fa
riferimenti teorici sulla strategia.
N°2 bambini generalizzano la
soluzione e non riescono ad uscire da unargomentazione di tipo locale.
N° 1 bambino gerarchizza i
vari interventi matematici giustificando ogni passaggio con la soluzione
precedente e difatti torna spesso su ciò che si è fatto, durante la
presentazione delle strategie
Alcuni hanno usato un falso
ragionamento.