Agenda Palermo. Strategie e azioni per il futuro
di Maurizio Carta
La crisi economica, sociale e sanitaria che attanaglia Palermo pretende un cambio di paradigma anche dell’urbanistica. Le trasformazioni fondate sull’espansione devono cedere il posto a interventi di rigenerazione della città esistente e a interventi di sviluppo sostenibile in un’ottica metropolitana. Soprattutto, serve un dibattito pubblico sulla città del futuro che consenta ai diversi portatori di interesse istituzionali, imprenditoriali, culturali e sociali di partecipare attivamente alle scelte urbanistiche a partire dalle evidenze, dalle opportunità concrete e dalle sfide cruciali per ridisegnare Palermo. Questo è l’obiettivo del mio libro Palermo. Biografia progettuale di una città aumentata (LetteraVentidue, 2021) in cui, nella terza parte, propongo un’agenda di futuro con l’orizzonte dei prossimi venti anni e azioni quotidiane per progettare collettivamente la città, e di cui qui riporto una sintesi.
Palermo +20: metropoli di città
Palermo ha una lunga storia, complessa e profonda – fatta di contrappunti e talvolta conflittuale, spesso rizomatica – in cui l’evoluzione delle sue identità cosmopolite, le tracce di metamorfosi culturale, la pluralità di comunità e linguaggi sono la base fertile per il suo futuro di “città aumentata” nel contesto globale, nel rapporto con la dimensione metropolitana e nelle risposte alle necessità locali.
Questa feconda oscillazione costante tra identità e futuro, tra reti lunghe e luoghi, richiede sia una visione strategica di lungo periodo che un’agenda di azioni quotidiane in grado di valorizzare le risorse e le eccellenze, di risolvere le criticità e i problemi, nonché di condurre a coerenza generale i processi di trasformazione e rigenerazione programmati e i progetti di sviluppo avviati.
Le città – soprattutto quelle intermedie – competono aspramente per attrarre abitanti e visitatori, capitali e attività, finanziamenti ed eventi (oggi anche per garantire sicurezza e salute) e, quindi, per assicurare un futuro migliore ai propri cittadini, stabili e temporanei. Per potere competere in questo agone, tutti i soggetti territoriali coinvolti nel governo della città (istituzionali e informali, amministrativi ed economici, sociali e culturali) devono intraprendere un percorso chiaro caratterizzato da limpidezza della visione, efficienza programmatica, condivisione dell’azione, efficacia attuativa e prestazionalità di risultato. Lo sviluppo di un programma di progetti maturi e realizzabili richiede sia nuove capacità tecniche che nuovi comportamenti amministrativi e progettuali. Serve, quindi, un governo della città con sensibilità ai problemi, capacità operativa, ambizione policentrica e metropolitana e visione internazionale: bisogna sviluppare processi di pianificazione strategica e di progettazione urbanistica nonché capacità di promuovere le identità e le risorse nella comunità e all’esterno, in modo da alimentare la fattibilità, gli impatti e la forza partenariale nell’attuazione degli interventi.
L’ambizione di Palermo ad essere una città metropolitana aumentata non può limitarsi a esercitare la funzione di fornitrice di servizi alla cittadinanza e alle imprese, ma deve tradursi nella capacità di essere soggetto attivo nella produzione della qualità ambientale e culturale, della coesione sociale e della integrazione multietnica, delle pari opportunità, della sostenibilità economica e dell’attrattività di risorse per il progetto complessivo di futuro. Deve, quindi, essere una città che guardi alle diverse comunità che la abitano o la attraversano, che ne vivono la quotidianità o la temporalità, e si impegni a soddisfare la domanda di tutti i suoi cittadini, effettivi e potenziali, locali e globali, comunali e metropolitani, consumatori e produttori, stabili o temporanei. Si tratta quindi di dare forma ad una città in grado di generare ricchezza a livello locale attingendo all’energia delle reti globali e capace di alimentare nuove domande di trasformazione creativa compatibili con le risorse e sostenibili dal punto di vista ambientale.
Palermo si dibatte, ancora, tra la sua dimensione metropolitana e reticolare – in lenta consapevole attuazione – e i bisogni delle sue comunità locali – in drammatica espansione. In un’oscillazione faticosa tra visione e missione, è chiamata a svolgere nuove e più ampie funzioni rispetto al passato attraverso l’utilizzo di modalità di governo basate su una nuova governance dei processi, orientata alla decisione e all’azione, alla pianificazione e all’attuazione, alla regolazione e alla partecipazione. Una governance così orientata si alimenta delle pluri-identità della città nel suo contesto metropolitano di riferimento e contribuisce a tracciare una visione chiara, forte e condivisa che deve essere alla base di un’agenda attiva di politiche, processi e progetti capaci di guidare la città – quotidianamente e monitorandone impatti, scostamenti e variazioni – per i prossimi 20 anni: l’Agenda Palermo +20 proposta in queste pagine.
Si tratta di un’Agenda di rigenerazione e sviluppo, alimentata dalle ricerche e attività condotte nei venti anni precedenti dal mio gruppo di didattica-ricerca-azione e guidata dalle sperimentazioni attuate negli ultimi anni.
L’Agenda Palermo +20 è capace di proporre a tutti i portatori di interesse – istituzionali e non – una sfida di futuro, individuando le opportune strategie, locali e sovralocali, e definendo le relative politiche urbane intersettoriali, redigendo prototipi di progetti di rigenerazione corredati dalle necessarie regole che consentiranno l’attuazione delle strategie e dei progetti, confidando nella certezza delle decisioni, dei tempi e delle procedure più efficaci. L’Agenda avrà un orizzonte di lungo termine (per il completamento delle trasformazioni necessarie servono i tempi lunghi della stabilità decisionale) e una capacità di azione nel breve e medio termine che consenta di verificare la correttezza della strada intrapresa. Un’Agenda di azioni che pretende un pensiero lungo, che guardi oltre l’emergenza e la contingenza, e un’azione quotidiana fatta di responsabilità, cura e capacità.
L’Agenda +20 ragiona con il “pensiero delle cattedrali”, «il pensiero dei costruttori medievali che gettavano le fondamenta di una cattedrale ben sapendo che solo i loro figli o nipoti l’avrebbero vista finita» – come scrive Telmo Pievani. La rigenerazione urbana, la cura degli spazi e delle comunità, la crescita economica e lo sviluppo sostenibile di Palermo sono la nostra cattedrale!
L’Agenda Palermo +20 stimola l’integrazione dei progetti di valorizzazione di alcune aree, già oggetto di visioni progettuali, o di processi di trasformazione, rendendo la città “aumentata” e sollecitando l’interesse dei molteplici soggetti che agiscono nel governo del territorio a compartecipare alla realizzazione e gestione di progetti di rigenerazione e di trasformazione, al miglioramento dell’efficienza energetica e delle prestazioni ecologiche dei servizi collettivi, alla riduzione creativa del consumo di suolo, alla coesione e innovazione sociale, nonché al perseguimento di obiettivi strategici di riposizionamento europeo.
Palermo ha già dichiarato più volte di voler tornare a giocare un ruolo attivo come Gateway City del Mediterraneo e nodo metropolitano dell’armatura urbana nazionale: una città-porta capace di intercettare i flussi di persone, beni e servizi che attraversano le reti lunghe (oggi in necessaria rimodulazione anche a causa della pandemia e delle politiche di revisione della globalizzazione) e di fertilizzare i contesti territoriali locali nell’ottica di una nuova strategia di ricentralizzazione mediterranea. Palermo +20 vuole progettare le condizioni per tornare ad esercitare un ruolo cardine tra Europa e Mediterraneo, agendo con vigore entro la sua naturale identità cosmopolita e mettendo in valore le potenzialità della sua posizione geografica.
Vogliamo qui proporre, leggendo le trasformazioni in atto, le qualità implicite, le identità plurali e le occasioni non colte, le immagini di cosa sia Palermo +20: una metropoli di città, non solo fisiche ma soprattutto sociali, non solo antropiche ma anche naturali, non solo differenziate ma anche ibride. Diverse visioni di città che orientano l’agenda, che intercettano con diverso gradiente le componenti della città aumentata e che intersecano il palinsesto delle identità.
Palermo +20 è una città cosmopolita, in quanto nella storia e nella sua attualità accoglie migranti, viaggiatori e culture capaci di interagire, di ibridarsi, di mutarsi reciprocamente per produrre straordinari risultati ed effetti di innovazione. Un modo per ribaltare la logica emergenziale che caratterizza le politiche internazionali sull’immigrazione, riconoscendo la mobilità come un diritto umano inalienabile, è quello di affermare la connessione tra i diritti di cittadinanza, la residenza e l’accesso ai servizi. Una città che torna ad essere luogo e mondo, che si prende cura dei suoi abitanti, alimenta il desiderio di chi la attraversa e porta i suoi flussi di valore nel mondo.
Palermo +20 è una città metropolitana di nuova generazione che non si limita ad essere il polo di gravitazione dei flussi degli altri comuni e non si accontenta di mettere in condivisione i servizi di maggiore rango, ma è una metropoli di quartieri, di città piccole e medie, di campagne e aree produttive, di natura e cultura. È una metropoli di città capace di guidare le persone e i territori verso uno sviluppo nell’ambito di una ecologia integrale e concorrendo alla cura della casa comune.
Palermo +20 è una città policentrica che torna a guardare i suoi quartieri con cura e lungimiranza, per diventare un arcipelago di centri complessi, capaci di svolgere un duplice ruolo: da un lato l’autosufficienza di prossimità per le comunità insediate (quartieri che tornano ad essere luoghi di lavoro e servizi); dall’altro l’attrattività attraverso la localizzazione di servizi di rango metropolitano. Il risultato è una città-arcipelago che qualifica le sue centralità e le rende attraversate da comunità differenziate negli usi e nel tempo.
Palermo +20 è una città educativa, in quanto capace di informare, insegnare, responsabilizzare attraverso il proprio patrimonio culturale materiale e immateriale, attraverso il proprio tessuto scolastico, universitario e associativo: una città che si fa comunità educante in tutte le sue espressioni e luoghi, plasmando con particolare attenzione il suo ruolo di città universitaria. E la stessa visione di lungo termine di questo libro assume una funzione “pedagogica”, in quanto capace di estrarre dalle risorse identitarie umane e urbane le potenzialità della trasformazione.
Palermo +20 è una città inclusiva, in quanto non stigmatizza, non separa e non produce effetti di deflagrazione e scomposizione sociale e culturale, ma ricompone i tessuti della città per accogliere le diversità, per miscelare le funzioni, per arricchire l’esperienza metropolitana con gli altri comuni con cui condivide la visione.
Palermo +20 è una città resiliente che si adatta in maniera creativa, fluida e innovativa al cambiamento climatico, alle mutazioni sociali, ai bradisismi economici e che dal mutamento produce nuovo sviluppo sostenibile. Una città che riattiva i cicli del suo metabolismo urbano come matrice ecologica del suo futuro, che chiude i cicli integrati delle acque, dei rifiuti, dell’energia e li usa per generare nuovo valore economico a supporto della rigenerazione urbana. La resilienza urbana, inoltre, consente di rendere la città in grado non solo di adattarsi alle crisi sempre più endemiche, ma anche di imparare da esse per prevenirle o mitigarle e per accelerare la metamorfosi verso il futuro.
Palermo +20 è una città produttiva che riattiva il necessario dinamismo economico a supporto della sua evoluzione attraverso lo stimolo alla ripresa delle sue manifatture tradizionali (a servizio della manutenzione e della riqualificazione urbana e della valorizzazione delle risorse culturali e ambientali, ad esempio) e l’impulso allo sviluppo della produzione digitale e creativa più in generale (a supporto dell’innovazione e del necessario salto del modello di sviluppo tra economie tradizionali e nuove). Una città che attrae giovani lavoratori da varie parti del mondo che, grazie alla connessione digitale, possono lavorare in un luogo accogliente e interconnesso, intercettando, ad esempio, le nuove opportunità del movimento del South Working.
Per vivere queste identità tutto l’organismo urbano dovrà essere rinnovato, innanzitutto, attraverso una nuova visione metropolitana che agisca come propulsore locale dello sviluppo regionale, nazionale e internazionale..
Quattro scenari per Palermo +20
Il quadro di riferimento per l’individuazione delle strategie territoriali è in fase di profondo cambiamento. La riforma istituzionale, con l’abolizione delle Province e l’istituzione delle Città Metropolitane, ha delineato nuove dimensioni territoriali. La crisi economica ha contribuito a un cambio di paradigma nella pianificazione del territorio, con le trasformazioni urbane fondate sull’espansione che cedono il posto a interventi (in gran parte manutentivi) sulla città esistente; inoltre, il processo di globalizzazione (economico, sociale, politico, culturale e tecnologico) ha profondamente inciso sul sistema di relazioni e gli stili di vita.
Tutto ciò ha prodotto una perdita di significato delle politiche urbane territoriali costruite su modelli di analisi basati sulla contrapposizione tra urbano e rurale, centro e periferia, ma anche sulla netta e rigida separazione tra le singole funzioni sul territorio urbano (abitativa, produttiva, commerciale, terziaria, etc.). Il paradigma della “città aumentata” applicato a Palermo accetta la sfida del contenimento del consumo di suolo, della rigenerazione urbana, di una città meno energivora, più sicura, che propone standard di vita più elevati. È in questa chiave che vanno lette le strategie urbane e metropolitane per Palermo.
La definizione degli scenari che prefigurano il futuro di Palermo +20 è stata alimentata dalle componenti della città aumentata che vengono intercettate con maggiore prevalenza e significatività (come sintetizzato negli schemi delle pagine seguenti). Sono così stati delineati quattro scenari metropolitani, corrispondenti ad altrettante declinazioni di città, che si prefiggono di evidenziare da subito la complessità dei processi e delle relazioni, e le integrazioni esistenti tra le singole azioni individuate con l’obiettivo di perseguirli:
• la città metropolitana della qualità indirizzata alla valorizzazione dei paesaggi e delle identità e alla coesione sociale;
• la città metropolitana antifragile indirizzata alla valorizzazione delle risorse e al rafforzamento della sicurezza;
• la città metropolitana innovativa indirizzata alla promozione della conoscenza e dell’innovazione;
• la città metropolitana interconnessa indirizzata al miglioramento delle connessioni materiali e immateriali.
Perseguire il raggiungimento di tali scenari significa partire dai reali punti di forza del sistema e promuovere processi di sviluppo sostenibile delineando percorsi evolutivi intelligenti, creativi, resilienti e inclusivi, attraverso azioni specifiche capaci di coniugare l’intervento pubblico con quello privato, l’azione locale con quella sovralocale, così da massimizzare i necessari effetti di sistema.
La città metropolitana della qualità
Il primo scenario riguarda la qualità, perché dobbiamo riappropriarci della bellezza. A Palermo gli straordinari paesaggi urbani del passato e le aree rurali ancora intatte rappresentano i più forti valori identitari, sono la nostra eredità da tramandare e pretendono una maggiore attenzione alla loro qualità per rafforzare l’appartenenza delle persone ai luoghi e l’orgoglio di prendersene cura e per favorire la coesione sociale. La città della qualità, quindi, mira a curare e valorizzare i luoghi per gli abitanti, i frequentatori e gli utilizzatori. Le nuove caratteristiche e bisogni degli abitanti rendendo ulteriormente insufficienti o inefficienti i servizi esistenti, soprattutto nella nuova ottica metropolitana, ed è quindi necessario ripensare la città a partire dalle persone e dai loro luoghi di vita.
L’obiettivo del contenimento del consumo di suolo non può trasformarsi in assenza di nuovi edifici e infrastrutture che rispondano alle necessità, e quindi dovrà essere il riciclo della città consolidata a colmare il divario tra servizi e attrezzature esistenti e bisogni attuali e futuri. Recuperare e riprogettare le aree, gli edifici e le infrastrutture dismessi, gli ambiti degradati, le aree libere intercluse significa anche fare riemergere l’identità di quei luoghi, reinserendoli con dignità nel contesto urbano. Anche la rigenerazione dei grandi insediamenti residenziali e produttivi (San Filippo Neri, Borgo Nuovo, San Giovanni Apostolo, Bonagia, Borgo Ulivia, Falsomiele, Settecannoli, Brancaccio, Via Ugo La Malfa) rafforza l’identità, il senso di appartenenza e il benessere degli abitanti come condizione preliminare alla loro qualità. Gli obiettivi generali da perseguire sono:
- migliorare la dotazione di servizi e attrezzature per gli abitanti permanenti e temporanei (studenti, lavoratori, turisti) e rafforzare il ruolo di Palermo come centro di servizi di alto rango dell’area vasta della Sicilia occidentale;
- promuovere politiche integrate di recupero fisico e di rilancio produttivo del centro storico (itinerario arabo-normanno, Kalsa, Albergheria, Capo alto) e delle borgate costiere per ridurre i divari sociali;
- riqualificare la Costa Sud attraverso interventi edilizi, introduzione di servizi di quartiere, sportivi e socio-culturali, e il recupero della balneazione;
- riconvertire in modo innovativo le aree dismesse (Sampolo-Ucciardone-Fiera-Cascino, Manifattura Tabacchi, Chimica Arenella) per contenere residenze, anche temporanee, e attività innovative senza consumo di suolo vegetale;
- recuperare e riusare le aree vegetali degradate e i vuoti urbani lasciati dalla città in espansione per ricostituire la vitale rete ecologica che torni a rendere la città alleata della natura, sia con funzioni estetiche e ricreative sia con funzioni produttive e sociali.
La città metropolitana sicura
Il cambiamento climatico ha aggravato i numerosi rischi che già incombono sulla città, combinandosi con l’emergenza sanitaria che stiamo vivendo. L’adattamento ai cambiamenti ambientali, la messa in sicurezza del territorio e la tutela della salute pubblica devono essere riportati all’interno dell’azione politica e urbanistica. La riduzione dei consumi (suolo, acqua, aria, energie non rinnovabili, rifiuti) e l’aumento della sicurezza (sismica, idraulica, idrogeologica, sociale e sanitaria) sono obiettivi imprenscindibili per fare di Palermo una città “antifragile”, cioè più sicura e capace di reagire alle crisi, adattandosi ai mutamenti e pretendendo le emergenze invece che inseguirle. Il contenimento dei consumi energetici, il controllo delle emissioni inquinanti e un maggiore ricorso alle energie rinnovabili è un processo avviato anche grazie ai bonus statali, ma che va rafforzato e che deve investire il territorio nel suo complesso, coinvolgendo in maniera organica gli edifici, gli spazi pubblici, le attività produttive, le infrastrutture, etc. Infine, il ciclo dei rifiuti va rivisto in tutta la sua interezza: non solo incrementando la raccolta differenziata ma anche promuovendo, facilitando e premiando un maggiore riciclo di prossimità dei rifiuti prodotti, che possono rappresentare una preziosa risorsa di quartiere.
La sicurezza deve anche riguardare la dimensione sociale, eliminando aree di segregazione e confinamento attraverso una più ampia miscela funzionale, la qualità degli spazi pubblici, la creazione di luoghi dell’incontro e della partecipazione (centri di quartiere, servizi culturali, aree per lo sport o l’educazione) e la distribuzioni di funzioni centrali per ridurre la marginalità.
I principali obiettivi da perseguire sono:
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realizzare la rete ecologica costiera, l’anello vegetale con i Parchi di Villa Turrisi e Uditore, i Parchi centrali e il Parco fluviale dell’Oreto per aumentare la permeabilità dei suoli che rende la città più sicura;
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incentivare le pratiche di adattamento climatico e di mitigazione degli impatti a livello di quartiere, facilitando la costituzione di comunità energetiche, soprattutto nei quartieri di edilizia residenziale pubblica;
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aumentare i servizi primari e le attività commerciali di quartiere anche attraverso l’urbanistica tattica, che faccia tornare vivi e sicuri i quartieri per le persone che tornano a lavorarvi e non solo ad abitarvi (la “città dei 15 minuti”).
La città metropolitana innovativa
Il terzo scenario promuove una crescita intelligente sviluppando un’economia più efficiente e competitiva, maggiormente basata sulla conoscenza e l’innovazione, creando sinergie tra le imprese e la ricerca. Il sistema cittadino scolastico e universitario deve essere efficacemente coinvolto in questa sfida, mettendo a sistema aule, dipartimenti, laboratori, scuole di specializzazione, musei e biblioteche per coinvolgere didattica, ricerca e formazione permanente nella costruzione di Palermo +20.
È uno scenario che rende strategica l’eccellenza culturale, in un arcipelago che comprende i Cantieri Culturali alla Zisa (per quanto riguarda le attività creative, artigianali e terziarie), l’area Sampolo-Ortofrutticolo-Fiera-caserma Cascino (per il polo congressuale), il Parco della Favorita, il parco di Villa Castelnuovo e le residue aree agricole della Piana dei Colli, il distretto culturale della Kalsa (per la conservazione e valorizzazione dei beni culturali), l’ex Gasometro (per l’energia). Un distretto culturale diffuso per sviluppare proficue relazioni tra il mondo dell’educazione, della ricerca e della sperimentazione, quello imprenditoriale e quello del terzo settore, attraverso l’incubazione di nuove imprese, la creazione di laboratori di quartiere e di centri di educazione permanente.
I principali obiettivi da perseguire sono:
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potenziare la cittadella della salute attraverso la riqualificazione delle strutture ospedaliere, la realizzazione di nuovi servizi, un nuovo polo ospedaliero universitario innovativo;
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applicare la ricerca e l’innovazione alle energie alternative, alla bioedilizia, alla mobilità sostenibile, alla produzione agricola, alla tutela dell’ambiente e dei beni culturali, alla sanità (Lolli-Notarbartolo, Campus Unipa, Brancaccio, Museo diffuso del Liberty);
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perseguire lo sviluppo sostenibile e intelligente delle attività produttive, incrementando la dotazione di servizi alle imprese e estendendo le agevolazioni fiscali (ZES) per produrre valore e distribuire un dividendo sociale.
La città metropolitana interconnessa
L’ultimo scenario definisce e promuove le relazioni metropolitane e rende più facilmente accessibili i luoghi che fanno riferimento ai precedenti scenari. Obiettivo generale è la promozione di nuove e più efficienti relazioni tra i diversi poli urbani, tra il centro storico e il resto, tra le periferie che tornano a essere parti di città, tra la città e la campagna, tra i diversi luoghi del lavoro, facilitando le connessioni tra le attività e gli abitanti, gli utilizzatori e i frequentatori.
Sono cruciali le infrastrutture verdi e blu (parchi territoriali, parchi urbani, corridoi ecologici, giardini storici, aree protette, agricoltura urbana, mare, fiumi, canali), la rete della mobilità, soprattutto quella relativa al trasporto pubblico locale sostenibile e intelligente (metropolitana, tram, autobus urbani ecologici, piste ciclabili, percorsi pedonali, metromare), ed anche le politiche della transizione ecologica e digitale (la banda larga, le normative e le certificazioni ambientali, etc.).
I principali obiettivi sono:
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rafforzare il ruolo di Palermo come porta del Mediterraneo e intensificare le relazioni internazionali attraverso il porto e l’aeroporto (metromare, collegamento sotterraneo porto-circonvallazione, logistica);
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migliorare la mobilità metropolitana e interna, promuovendo la mobilità sostenibile in tutte le sue forme (eco-smart mobility, zone 30 e pedonali, circonvallazione viale urbano);
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realizzare nuovi spazi condivisi e connessi per agevolare il South Working, cioè il ritorno di lavoratori, soprattutto giovani, che lavorano a Palermo iperconnessi con il mondo;
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promuovere, attraverso accordi, le potenzialità di tutti i comuni della Città Metropolitana, per esaltarne le diversità di arte, storia, cultura, architettura, natura, paesaggio, etc.
I quattro scenari, per non rimanere astratte indicazioni, richiedono azioni concrete in luoghi specifici. Pertanto sono stati localizzati nella città e trasformati in interventi urbanistici che permettano a Palermo di essere una città innovativa, policentrica, ecologica, creativa e inclusiva, che amplifichi la qualità delle sue risorse, massimizzi le opportunità esistenti e riduca le diseguaglianze, consentendo di non disperdere le cospicue risorse che saranno destinate a Palermo dal PNRR, dai Fondi della Programmazione UE 21-27 e dai fondi nazionali, nonché di attivare i necessari investimenti privati che stimolino il mercato del lavoro. La mia è una proposta urbanistica – in attesa di avviare la redazione di un nuovo PUG (Piano Urbanistico Generale) – basata su rigorose evidenze scientifiche che deve essere dibattuta collettivamente e arricchita del contributo della comunità perché ciascuno si faccia corresponsabile della immaginazione e realizzazione del futuro che vogliamo.
Agenda Palermo +20: azioni e progetti
Abbiamo fin qui delineato l’Agenda Palermo +20 attraverso i suoi quattro scenari che guidano la visione di una città metropolitana della qualità, antifragile, innovativa e interconnessa, e i relativi macroambiti strategici che ne definiscono le strategie per la qualità della vita e dell’ambiente, per la mobilità sostenibile e le infrastrutture, per la rigenerazione urbana e per lo sviluppo economico e le attività produttive.
Adesso è indispensabile definire un set di azioni (in termini di politiche e processi) e progetti (in termini di interventi) che “mettano a terra” la visione, in un indispensabile confronto con i luoghi specifici e con le relative comunità, con le fragilità e opportunità dei luoghi concreti, con i bisogni e le aspirazioni delle persone che abitano o attraversano la città e con i processi di pianificazione in atto. A tal fine, nell’individuazione del set di progetti che concorrono all’attuazione della visione, degli scenari e dei macroambiti strategici, si è fatto riferimento all’interpretazione delle vocazioni e delle opportunità provenienti dall’Atlante, alle letture complesse e multidisciplinari che abbiamo condotto e alle criticità emerse. Si è proceduto ad una selezione di proposte delle azioni necessarie: esse non sono esaustive, ma sono quelle che hanno maggiore rilevanza in termini di urgenza, opportunità di attuazione e impatto.
Le proposte selezionate per l’Agenda Palermo +20 hanno una esplicita propensione alla necessaria dimensione metropolitana e di area vasta entro cui Palermo “città di città” dovrà agire. Anche quelle di dimensione apparentemente più locale, concorrono sempre alla realizzazione di una visione metropolitana, cosmopolita e policentrica.
Nella parte finale del volume vengono presentati, per la maggior parte delle azioni e progetti, alcuni “prototipi” sviluppati in seno alle attività di didattica-ricerca-azione dell’Augmented City Lab di Unipa. I prototipi non pretendono di essere esaustivi o proporsi come progetti completi o immediatamente realizzabili, ma, appunto per la loro natura prototipale (esemplificativa e di controllo degli esiti), sono proposti come indirizzi e anticipazioni della nuova configurazione dello spazio urbano, sociale, economico e infrastrutturale che potrebbero assumere i luoghi di Palermo +20. I prototipi propongono anche un processo di attuazione incrementale e adattivo secondo il protocollo del Cityforming, e, nella maggior parte dei casi, individuano i soggetti coinvolti e gli utilizzatori presunti, che ne radicano ed estendono l’impatto.
Centro Storico Light Design
Un progetto che usa la luce e l’innovazione digitale per riqualificare l’area della Cala e del Castello a Mare e per renderla più attrattiva per gli abitanti e i turisti.
Centro Storico Progettare con l'acqua e i suoni
Il progetto usa l’acqua e i suoni del centro storico per riconfigurare gli spazi pubblici, rendendoli più belli, sicuri e in grado di offrire alcuni itinerari che connettono le eccellenze culturali.
Centro Storico - Itinerario vegetale-culturale
Un progetto di spazi vegetali che connettono i poli dell’itinerario arabo-normanno dell’Unesco e che offre una meravigliosa greenway interna alla città densa che restituisce bellezza e sicurezza agli abitanti dei quartieri e ai turisti.
Sampolo-Ortofrutticolo Spazi per l'artigianato e la cultura
Progetto per unificare gli spazi dismessi e in dismissione della ex Stazione Sampolo e del Mercato Ortofrutticolo per trasformarli in preziosi spazi per l’artigianato e la cultura, atelier e laboratori artistici entro un vasto parco vegetale.
Borgo Nuovo Ecoquartiere
Progetto per trasformare Borgo Nuovo in un eco-quartiere, riprendendo la sua filosofia originaria, che metta insieme la sostenibilità energetica e l’agricoltura urbana multifunzionale.
Danisinni Quartiere creativo
Un progetto che mette insieme l’identità agricola tradizionale del quartiere con le nuove identità culturali e sociali promosse negli ultimi anni da Fra Mauro con tutta la comunità e con numerosi soggetti esterni che hanno trovato a Danisinni un meraviglioso laboratorio di futuro.
Uditore Quartiere del Green Ring
Il progetto è parte della più grande e diffusa rete ecologica urbana che, a partire dai parchi Uditore e Villa Turrisi, ridona qualità e identità ad un quartiere intenso e vitale che può essere uno dei nodi principali del Green Ring. |