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Romanzo urbanistico. Storie dalle città del mondo

di Maurizio Carta

Sellerio Editore Palermo
La nuova diagonale, 140
pp. 511, € 22,00

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Un saggio acuto sulla rigenerazione urbana, una guida per viaggiatori attenti e curiosi, un romanzo «urbanistico» per capire le città del mondo e immaginare i futuri possibili.

Maurizio Carta è un urbanista brillante, studioso affermato tra Europa e Stati Uniti, teorico italiano della «città creativa», capace di muoversi ad ogni latitudine del pianeta come un Erodoto metropolitano. Nelle pagine di questo libro, frutto di anni di studi viaggi e ricerche, ha selezionato quarantadue città del mondo - del nord e del sud, dell’occidente e dell’oriente, capitali e città medie, città vibranti di vita e altre ancora in cerca di un futuro possibile - per raccontare altrettante storie, attraverso i monumenti, le strade, i progetti dei più importanti studi di architettura. E se è vero - secondo la metafora organica di Geddes e Mumford - che le città sono esseri viventi composti da una miscela di componenti biologiche e artificiali, di flussi e tessuti connettivi, allora sono proprio le città i personaggi di questo romanzo urbanistico.
È un racconto, questo, che prende le mosse dai viaggi di studio e si sviluppa in un intreccio tra vicende urbanistiche e percezioni visive, tra sensazioni tattili dello spazio fisico e ricordi gastronomici, tra memorie olfattive e ricordi musicali delle città visitate. Maurizio Carta entra dentro le case, i bar, i teatri, le discoteche, le università, i centri culturali o i centri sociali - persino i matrimoni - per carpire frammenti di discorsi, echi di vite sociali. Ne deriva una guida esperta alle città del mondo - come raggiungere quel segretissimo speakeasy e quale cocktail ordinare, il lungofiume dove correre, la libreria più nascosta e quella più monumentale, i ristoranti stellati e le prelibatezze che si mangiano agli angoli delle strade - e insieme una raccolta di indizi, di elementi che permettano di «ricostruire alcune traiettorie di futuro per le città che viviamo, progettiamo, amministriamo a partire dai successi e dagli errori di altre». Romanzo urbanistico è un libro scritto con l’occhio competente dell’urbanista, l’orecchio curioso dell’antropologo urbano, il passo lento del flâneur e quello veloce del runner, ma soprattutto con il cuore emotivo di chi si innamora di ogni città.

«In questo libro racconterò dell’oscillazione tra felicità e infelicità delle città del mondo che ho visitato, narrerò storie di successo, e segnalerò anche le ombre che caratterizzano alcune, nel pieno spirito di un’opera aperta come sono eminentemente le città, le quali “credono d’essere opera della mente o del caso, ma né l’una né l’altro bastano a tener su le loro mura” – per dirla con Calvino – perché serve anche l’anima delle persone che le abitano».
Quarantadue storie di città – dalle immancabili (New York, Londra, Pechino, Mosca, Parigi, Barcellona), alle meno ovvie (Paducah, Hangzhou, Brest, Aalborg, Tirana, Favara) – che possono anche funzionare come una guida di viaggio o una mappa oppure un breviario, sotto il segno della «rigenerazione urbana», in cui si condensano le trasformazioni prodotte dagli organismi-città.
«Le farò parlare – Maurizio Carta, nell’Introduzione – per dare scrittura alle storie che mi hanno raccontato visitandole per pochi giorni o abitandole per periodi più lunghi tra il 2006 e il 2023. Racconterò delle esperienze e delle atmosfere e anche le curiosità più minute – una canzone, un cocktail, un miraggio, una cena o una corsa – che hanno reso memorabili quei dialoghi tra un urbanista e una città e che mi consentono di raccontarli in un romanzo urbanistico, invece che nella forma più consueta di un saggio scientifico. Le città che racconto hanno tutte percorso un viaggio di rinascita, di evoluzione, di fuga dall’eterno presente per raggiungere un nuovo futuro che è oggi il loro presente».
Gli itinerari dell’urbanista Carta, sapienti o occasionali, inquadrano non astratti modelli, ma luoghi modellati da architetture logorate dall’uso, dall’insinuarsi della natura nell’artificio e il contrario, da stratagemmi ludici e strategie di convivenza. E i luoghi comandano anche la velocità di percorrenza, che sia la lentezza svagata del flâneur o l’affanno nervoso del runner: perché «le città del mondo possiedono una vibrazione narrativa che tutti noi percepiamo».


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