Sette lezioni di rigenerazione urbana

di Maurizio Carta

LetteraVentidue, Siracusa
2025
pp. 616, € 39,00

vai al sito dell'editore


Un libro per “urbamanti”, per chi ama le città e sa prendersene cura per generare un futuro differente.

Il libro affronta i temi e gli strumenti della rigenerazione urbana e dell’urbanistica democratica a suo supporto, proponendo un approccio innovativo che superi i tradizionali metodi normativi e regolatori. L’autore evidenzia come l’urbanistica debba evolversi da una dimensione conformativa (che si limita a seguire regole prestabilite) a una performativa, capace di attivare processi di trasformazione inclusivi e sostenibili che definisce di “urbanogenesi”. Attraverso sette lezioni, il testo illustra come le città possano essere rigenerate attraverso politiche integrate, coinvolgimento delle comunità e soluzioni multidisciplinari e creative. Le lezioni spaziano dalla genesi europea della rigenerazione urbana alle pratiche ad alta intensità di capitale o più partecipative sperimentate in città come Milano, Bologna e Napoli, fino a modelli innovativi di urbanistica incrementale e adattiva adottati a Parigi, Marsiglia, Barcellona, Friburgo, Aalborg, Amsterdam o Copenaghen. Particolare attenzione è dedicata alla rigenerazione urbana innescata dallo spazio pubblico e dagli spazi ibridi, con l’obiettivo di rafforzare il senso di comunità, valorizzare il patrimonio culturale, migliorare la sostenibilità ecologica e incrementare l’inclusione della diversità bioculturale. Il libro si rivolge a studenti, studiosi, amministratori pubblici, imprenditori e operatori del terzo settore, offrendo una cassetta degli attrezzi per affrontare la complessità delle trasformazioni urbane. Con un linguaggio accessibile e ricco di riferimenti alla letteratura, all’arte, alla moda e al costume, stimola il lettore a diventare parte attiva dei processi di rigenerazione.


Nei miei corsi di urbanistica ho sempre insegnato come si può comprendere lo stato di crisi di una città, come risolvere un problema urbanistico, come coinvolgere la comunità, come inserire una funzione che ne abiliti altre, come progettare uno spazio pubblico generativo e inclusivo. L’insegnamento più convenzionale dell’urbanistica, invece, e anche l’amministrazione e il dibattito sono rimasti prevalentemente confinati nella confortevole dimensione conformativa (come si deve fare un piano) invece che navigare con più coraggio nella dimensione performativa (come si può fare, e in quanti modi diversi).
Il libro con le sue sette lezioni vuole colmare questa lacuna, affrontando l’urbanistica democratica nelle sue capacità di saper attivare la rigenerazione urbana in quel fantastico universo di modi distinti di progettare la riqualificazione della città consolidata e la riparazione delle aree degradate e in declino, in cui urbanisti, architetti, ingegneri, designer (ma anche storici dell’arte, artisti, agenti sociali, operatori economici e molte altre figure) sono proiettati nel momento in cui devono risolvere il problema di migliorare la vita delle persone che abitano le città.
Nel corso del libro la rigenerazione urbana viene indagata e definita come un atto biopolitico, per designare un sistema complesso e integrato di politiche, azioni e cooperazioni tra pubblico, privato e terzo settore, volto a promuovere l’innovazione urbana e orientato ad aumentare la biodiversità, la vivibilità e la sicurezza dei contesti urbani in crisi, attraverso l’intervento sugli immobili pubblici e privati, sugli spazi pubblici e sulle infrastrutture. Un processo che favorisce lo sviluppo delle relazioni sociali e del senso di comunità, anche attraverso la garanzia della presenza e il potenziamento dei servizi terziari di prossimità e delle attività socio-culturali, garantendo la tutela del patrimonio culturale e paesaggistico, la sostenibilità e la resilienza ambientale, stimolando l’adattamento ai cambiamenti climatici, l’adeguamento e il miglioramento della sicurezza sismica e statica e l’efficientamento idrico ed energetico degli edifici.
Il libro si svolge lungo sette lezioni, spesso apprese dalle città che hanno avviato processi di rigenerazione urbana e che ne hanno mostrato innovazioni, potenzialità o criticità. La prima lezione ripercorre la genesi della rigenerazione urbana, sia quella istituzionale nata dalle pratiche delle città in crisi industriale, sia quella probabile derivata da un coacervo di interessi finanziari. Sulla base delle esperienze di alcune città europee, la seconda lezione rintraccia gli indizi di un nuovo canone che possa far rinascere le città come servizio, anche a partire dagli esiti del laboratorio Milano che, in Italia, sta producendo numerose buone pratiche ma anche esiti tossici. La terza lezione si interroga su quale urbanistica sia utile alla rigenerazione urbana, imparando dalla Francia che ne ha fatto una politica urbana nazionale. La quarta lezione entra nella dimensione proattiva del libro per indicare la strada di una rinnovata sorellanza tra città, comunità e natura che incrementi la dimensione urbana femminile, divergente, abilitante e plurale. Un approfondimento è dedicato alla rigenerazione climatica e alla reimmaginazione dello spazio pubblico come luogo che alimenti la diversità bioculturale. La quinta lezione affronta la necessità di liberarsi della pianificazione esclusivamente regolativa e deterministica, attingendo alle pratiche partecipative di Bologna e Napoli, aprendo la strada alla sesta lezione che definisce un protocollo per una nuova urbanogenesi incrementale, come applicata nelle esperienze più mature (Marsiglia, Lione, Nantes, Barcellona, Amsterdam, Rotterdam). Infine, la settima lezione approfondisce metodi e pratiche per una rigenerazione urbana adattiva e probabilistica, che sappia rispondere alla domanda euristica “che cosa accade se?”.
Benché sia un libro che indaga nelle città e nell’urbanistica europea – con qualche incursione in quella americana – ha il suo campo d’azione in Italia. È un libro dedicato agli studenti e agli studiosi italiani, che vogliano uscire dalla asfittica dimensione dell’urbanistica conformativa e regolatoria delle città in ormai impensabile espansione per entrare nella più fertile, necessaria, vibrante rigenerazione urbana delle città che pretendono riparazione del degradato, riattivazione del dismesso, riaffermazione dei diritti, eliminazione delle diseguaglianze, riappropriazione della natura. Anche gli amministratori pubblici, gli imprenditori e i numerosi attori del terzo settore che agiscono sul palcoscenico della rigenerazione urbana potranno trovare una mappa utile per orientarsi nel caos delle pratiche e delle normative e dotarsi di una cassetta degli attrezza a cui attingere gli strumenti più adeguati all’azione, trovandovi anche le istruzioni per forgiarne di nuovi e più adatti alle specifiche realtà urbane entro cui agiscono. In ogni lezione si fa spesso riferimento alla letteratura e all’arte, alla filosofia e alla musica, al design e alla moda, cito libri, film o opere d’arte che permettono di spiegare meglio alcuni concetti complessi o di rafforzare con le emozioni delle arti l’importanza della tecnica.
Usare esempi tratti dalla quotidianità aiuta a rendere memorabili alcuni concetti. Usare riferimenti desunti dalla cronaca o dal costume fornisce ai lettori immagini mnemoniche per fissare i concetti e poterli richiamare quando sarà utile utilizzarli. Per questo, pur essendo un libro scientifico, usa un linguaggio ampio e argomentativo che possa riuscire a conversare con il più vasto spettro di lettori, anche per stimolarli a non essere solo fruitori o, peggio, consumatori della rigenerazione urbana, ma ad agire in una dimensione di maggiore attivismo, responsabilità, proposta e coproduzione.

Indice

Sette lezioni di rigenerazione urbana, una rapsodia dell’agire politico

Prima lezione di rigenerazione urbana: quando è nata, a chi serve?
Prove di rigenerazione urbana in Europa (non sempre riuscite)
L’emergere della visione comune europea
Nuove domande e primi dubbi
Era una notte buia e tempestosa: un cinico inizio?
Rigenerare per “aumentare” la città
Dieci dimensioni per la rigenerazione urbana del xxi secolo

Seconda lezione di rigenerazione urbana: un’abile retorica o un nuovo canone?
Una retorica di successo, non senza ombre: i casi di HafenCity ad Amburgo e del cluster culturale a Lipsia
La città come servizio
Un nuovo canone
In Italia la rigenerazione urbana fa grandi numeri, ma sono quelli giusti?
Milano-Italia: il laboratorio della rigenerazione urbana (con pericolo di fuga di sostanze tossiche)

Terza lezione: ripensare l’urbanistica (meglio usare il bricolage)
Remix: riapriamo gli archivi delle utopie radicali e dell’attivismo climatico
Quale urbanistica per la rigenerazione urbana?
Dal nuovo pensiero alla diversa azione
Imparare dalla Francia: una politica urbana nazionale
Indirizzi urbanistici e normativi per la rigenerazione urbana in Italia
La città della prossimità aumentata
Il quarto spazio

Quarta lezione: dalla fratellanza tra capitalismi alla sorellanza tra città, comunità e natura
Rinnovare il patto di sorellanza
La natura è la soluzione
Femminile, divergente, abilitante e plurale: la rigenerazione urbana di Vienna e delle sue sorelle
La rigenerazione climatica: le lezioni di Parigi, Stoccolma e Copenaghen
Friburgo, “the city that did it all”
Iniziare dalla fine: rigenerare lo spazio pubblico tra agopunture e tattiche (e molte domande)
Guidare lo sviluppo disegnando lo spazio pubblico: Groningen e Atene

Quinta lezione di rigenerazione urbana: basta con i masterplan! (perché non funzionano più)
Bologna: l’arcipelago della conoscenza per la rigenerazione diffusa
Napoli: rigenerazione urbana a volume zero e con tanta capacitazione sociale

Sesta lezione: un protocollo per l’urbanogenesi incrementale
Imparare dalla natura, e da un viadotto
Un processo in tre fasi incrementali (più una preliminare)
Apprendere dalle esperienze mature: Marsiglia, Lione, Nantes, Barcellona, Amsterdam, Rotterdam e l’eresia di Detroit
Il ritorno del tempo

Settima lezione: la rigenerazione urbana è adattiva e probabilistica, o non serve a nulla
What if?

Bibliografia