I materiali pubblicati in questo volume vogliono presentarsi come un racconto
del processo evolutivo della pianificazione territoriale ed urbanistica,
attraverso riflessioni, commenti e sistematizzazioni di alcune teorie e
metodologie, per individuare il valore di alcune posizioni innovative (o
almeno di recente espansione) sul ruolo della pianificazione, nel quadro
del perseguimento delle sostenibilità dello sviluppo e dell'incremento
della partecipazione democratica dei soggetti coinvolti nel governo del
territorio, finalizzato ad una maggiore efficacia ed equità dei piani.
La prima sezione è dedicata ad alcune posizioni teoriche sulla pianificazione
considerata come scienza e come linguaggio, composta da una teoria, da una
metodologia e da una pratica, considerati come momenti interagenti ed insostituibili.
Il quadro all'interno del quale si sviluppano le riflessioni è quello
di perseguire un approccio comprensivo (cioè che non escluda
alcun parametro di conoscenza, comprensione, valutazione e giudizio) e sintetico
(cioè che organizzi in un sistema intelligibile tutti i parametri
utilizzati) al governo delle trasformazioni, un approccio globale che tenga
conto della molteplicità delle opzioni in gioco; un approccio che
agisce sul valore delle differenze e delle specificità piuttosto
che sull'omologazione o sull'adesione ad un pensiero dominante, a formule
universali e risolutive. Esiste un paradigma diffuso che definisce la pianificazione
come ciò che il pianificatore fa (soprattutto in ambito americano,
come si può rilevare, per esempio, dalla lettura di John Friedmann).
Tuttavia, recentemente e con sempre maggiore forza, gli studiosi di scienze
del territorio preferiscono sostenere che la pianificazione è ciò
che il pianificatore 'dovrebbe fare' (Britton Harris) e si interrogano sulla
natura, le caratteristiche e l'ampiezza di questi 'doveri'. Anche questo
libro si interroga sulle opportunità offerte alla (e dalla) pianificazione
e tenta di proporre alcune ipotesi di sviluppo della disciplina e di prospettare
la fecondità di alcuni campi di ricerca.
I capitoli 1. e 2. forniscono alcuni riferimenti (tratti dalla letteratura
o da esperienze concrete) alla definizione della pianificazione come metodo
di governo della realtà spaziale, culturale, politica, sociale ed
economica; viene tentata la costruzione, utilizzando alcuni quadri di riferimento
già elaborati dalla letteratura consolidata, di una tassonomia (non
rigida, ma in continua evoluzione) delle caratteristiche, degli obiettivi
e delle finalità della pianificazione. Il capitolo 2., in particolare,
propone alcune riflessioni sulle matrici americane della pianificazione,
mediate dalla lunga attività di ricerca di John Friedmann.
I capitoli 3., 4. e 5. sviluppano il tema dei compiti che la pianificazione
territoriale deve assumere per essere coerente con l'inevitabile mutamento
dei paradigmi scientifici, epistemologici e socio-culturali che ha prodotto
la sconfitta dei valori razional-comprensivi della modernità e l'assunzione
di consapevolezza della complessità dei sistemi. Per molti questo
mutamento non è una sorpresa, poiché, da tempo abitanti della
noosfera dell'evoluzione, hanno prodotto e continuano a proporre
una forte richiesta di modifica dei metodi e degli strumenti tradizionali
che il quadro normativo ci ha consegnato dalla prima metà del secolo:
una richiesta di strumenti pianificatori capaci di adattarsi ad una logica
della flessibilità e della valorizzazione delle differenze.
Il capitolo 6. costituisce un approfondimento del metodo sistemico della
pianificazione e della figura del pianificatore come tipologia comprensiva,
attraverso l'analisi critica delle categorie che compongono un approccio
globale, intersettoriale e multiculturale al governo delle trasformazioni
territoriali, un approccio che riunifichi la cultura umanistica e quella
scientifica, il pensiero classico e quello romantico, il metodo razionale
e quello percettivo. Viene inoltre proposta un'applicazione ad un campo
specifico della pianificazione urbana (quello del recupero dei centri storici)
per mostrare come esso sia capace di rappresentare gli (ed agire sugli)
aspetti relazionali e sistemici del problema.
La seconda sezione indaga sul ruolo ed il valore che un'armatura culturale
del territorio (cioè l'organizzazione reticolare del sistema del
patrimonio culturale territoriale e del sistema dell'educazione, della formazione
e della ricerca) potrebbe assumere nella pianificazione, all'interno di
un paradigma in continua evoluzione che assuma la conoscenza, la memoria,
l'identità e la creatività come sue componenti per il perseguimento
dell'efficacia socio-culturale delle decisioni e della sostenibilità
dello sviluppo.
Il capitolo 7. indaga con particolare attenzione sul ruolo di una conoscenza
storicizzata all'interno del mutamento dei modelli di sviluppo da una modernizzazione
dei consumi senza creatività (che ha caratterizzato gli anni '50
e '60) ad un consumo della modernizzazione senza qualità (caratteristica
degli anni '70 e '80) fino alla proposta di uno sviluppo a matrice cognitiva
che sappia coniugare qualità e creatività, innovazione e memoria,
conoscenza e sviluppo socio-economico.
I capitoli 8. e 9. riportano alcune sperimentazioni che il Laboratorio di
Pianificazione Territoriale sta conducendo intorno al rapporto tra sistemi
informatici cognitivi e pianificazione territoriale, intorno al loro uso,
alla loro validità logica e semantica, alla loro efficacia per l'identificazione
degli scenari di scelta e per la gestione delle decisioni. Nel capitolo
9., in particolare, vengono riportati i risultati ­p; ancora più
metodologici che pratici ­p; di alcune sperimentazioni di un sistema
informativo ipertestuale per la conoscenza del territorio eoliano, il governo
delle trasformazioni, la partecipazione alle scelte e la formazione dei
cittadini.
Il capitolo 10. riporta le indagini condotte da chi scrive, in collaborazione
con alcuni ricercatori dell'Istituto per i Beni Culturali della Regione
Emilia-Romagna, sull'implementazione del Sistema Museale Regionale, un sistema
territoriale di musei locali capace di coniugare conoscenza e pianificazione,
formazione dei (e consulenza ai) diversi soggetti coinvolti nel processo
di governo del territorio (cittadini, amministratori, pianificatori, operatori
economici).
Il capitolo 11. è il risultato di una ricerca condotta in collaborazione
con l'Institut d'Urbanisme de Paris sul patrimonio culturale come strumento
dello sviluppo locale e sulle politiche culturali in Francia; in particolare
vengono indagati i rapporti tra le politiche del patrimonio, la pianificazione
nazionale ed il governo locale del territorio. La ricerca riguarda la possibilità
di trasformare il sistema territoriale del patrimonio culturale in occasione
e strumento di uno sviluppo storicamente, culturalmente e creativamente
fondato, di trasformare il patrimonio culturale nel 'terzo attore' della
pianificazione (dopo stato e mercato, cioè dopo la verifica di sostenibilità
politico-istituzionale ed economica), un attore che interpreta e dà
voce alla comunità insediata, un attore che sia capace di dare parola
alla popolazione troppo spesso esclusa dal processo di pianificazione dello
sviluppo, capace di rappresentare le esigenze di conoscenza e di partecipazione.
La terza sezione si occupa di un campo specifico della ricerca sul ruolo
del patrimonio culturale nello sviluppo, si occupa cioè della capacità
della città di costituire veicolo della conoscenza, di trasformarsi
in formidabile strumento comunicativo capace di auto-organizzarsi e di attuare
una forte relazione cognitiva con i cittadini. Il capitolo 12., attraverso
un'analisi storica della formazione della città europea nel Medioevo,
esamina le radici e le matrici culturali di questa visione della città
come sistema comunicativo e dell'urbanistica come attività retorica
di codificazione e significazione dello spazio e della società e
come strumento per la costruzione di un sistema di comunicazione delle scelte.
I capitoli 13. e 14. riportano alcune esperienze di ricerca che il Laboratorio
di Pianificazione Territoriale sta conducendo: la prima riguarda la costruzione
di un'armatura cognitiva urbana a Palermo, fondata sul patrimonio museale
delle università, capace di rispondere alla nuova e sempre crescente
domanda di conoscenza che si sviluppa nella popolazione; il secondo esperimento
riguarda la proposta per Erice (città internazionale della ricerca
e della divulgazione scientifica) di un polo della conoscenza umanistica
che utilizzi il notevole spessore storico del suo patrimonio culturale per
produrre una città della memoria e della conoscenza.
La quarta sezione, infine, propone alcune linee di ricerca e di sperimentazione
relative alla pianificazione del patrimonio culturale territoriale, dei
rapporti tra le politiche della conservazione e quelle dello sviluppo. Il
capitolo 15. riguarda le relazioni, i conflitti, le opportunità esistenti
tra il governo del patrimonio archeologico e la pianificazione del territorio,
in particolare in Sicilia dopo l'emanazione di una normativa specifica sull'istituzione
di un sistema territoriale di parchi archeologici regionali. Il capitolo
16., scritto insieme ad Angela Badami, mostra un approccio metodologico
alla pianificazione del sistema ambientale e culturale applicato al caso
del comune di Corleone, in cui trovano convergenze e coerenze l'organizzazione
del sistema fisico-strutturale, del sistema ambientale-paesaggistico e del
sistema culturale architettonico.
Le riflessioni e le ricerche qui presentate non vogliono essere esaustive
e completamente sistemiche, troppi sono gli elementi e le diversità
che caratterizzano gli approcci alla pianificazione; tuttavia l'intenzione
è quella di mettere in evidenza alcuni nodi che soprattutto dal punto
di vista teorico-metodologico contraddistinguono il campo delle ricerche
del Laboratorio di Pianificazione Territoriale e l'approccio alla pianificazione
proposto dalla lunga attività di Vincenzo Cabianca, che chi scrive
considera innanzitutto un maestro e poi un direttore delle ricerche. Il
libro dunque intende presentare, si spera in maniera metodologicamente rigorosa
e scientificamente coerente, una serie di contributi (in parte teorici,
in parte metodologici ed in parte frutto di alcune sperimentazioni) che
evidenzino il valore della matrice cognitiva e partecipativa della pianificazione
territoriale e si propone come contributo alla formazione degli studenti
in pianificazione urbana e territoriale.
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