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...Sezione: Archeologia Classica: Editoriale

Il "re archeologo" Gustavo VI Adolfo di Svezia

  Gustavo Adolfo di Svezia con una lastra di rivestimento degli edifici etruschi di Acquarossa (zona F), nel 1969.


Tra i vari principi colti e culturalmente impegnati che la storia ci ha dato, da levante a ponente, il "re archeologo" Gustavo VI Adolfo di Svezia (1882-1973) occupa un posto tanto particolare quanto importante.
Nel discorso che tenne all'Università di Oxford nel 1955, in seguito al conferimento della laurea honoris causa, il re Gustavo Adolfo racconta di come, all'età di quindici anni, intraprendesse il suo primo scavo, affascinato dall'idea di rinvenire dei tesori. Lo scavo mise in luce delle tombe preistoriche che si trovavano nelle vicinanze del palazzo di Tullgarn, residenza estiva della famiglia reale.
Nel 1901, durante un suo viaggio un Italia, intraprese uno scavo nella Villa San Michele di Axel Munthe, ad Anacapri. Quindi nel 1902, quando il principe decise di intraprendere gli studi archeologici presso l'Università di Uppsala poteva vantare già esperienze sul campo. Nel 1902-1903, appena ventenne, convinse i suoi genitori a finanziare lo scavo del "Colle di re Björn" nei pressi di Haga. Lo scavo diretto dal professore Oscar Almgren portò alla luce una ricca tomba principesca della metà del II millennio a. C.
Nel 1920 comincia un nuovo capitolo della formazione archeologica di Gustavo Adolfo: la Grecia e gli scavi svedesi (1922-30) nella Asine omerica nell'Argolide. Era stato in Italia e nel 1905 aveva intrapreso un viaggio per l'Egitto, ma fu in Grecia che gli si aprì un orizzonte archeologico di più vasta portata. Fu proprio il principe ereditario a prendere l'iniziativa degli scavi di Asine, partecipando alla prima campagna di scavi durante la quale venne alla luce una tomba a camera dell'epoca micenea.
Nel 1927 il principe ereditario visitò il Giappone e la Corea, dove riuscì a prendere parte a scavi dell'età della Pietra in Giappone e di una tomba principesca in Corea. Quello stesso anno nacque un'altra importante avventura archeologica svedese: la grande spedizione di Cipro (1927-31), che dal principe ereditario fu sostenuta e seguita con grande impegno durante tutta la sua durata. Nel 1930 prese parte, a Cipro, agli scavi di una necropoli arcaica nei pressi di Stylli.
Dai primi studi archeologici in poi, il principe ereditario aveva dedicato tutti i momenti liberi non soltanto a scavi, a studi di archeologia e di storia dell'arte e alla creazione di raffinate collezioni di arte cinese e di monete greche; egli seppe anche assumere un ruolo centrale nello sviluppo degli studi umanistici in Svezia.
Fu dunque in qualità di archeologo esperto e di saggio umanista che il monarca Gustavo Adolfo, a metà degli anni '50, insieme agli amici Axel Boethius ed Erik Wetter e con Renato Bartoccini, Soprintendente dell'Etruria meridionale, diede vita a ciò che sarà la sua impresa scientifica più significativa, e la sua, e di molti altri, più grande avventura archeologica: le ricerche in Etruria da 1957 al 1978. I nomi di San Giovenale, Luni sul Mignone e Acquarossa sono oggi connessi a molte importanti scoperte e a nuove conoscenze sugli Etruschi e sui loro predecessori, ma anche al fatto che il re Gustavo Adolfo, fino all'età di novanta anni, prese parte a tutte le quindici stagioni di scavo fino a quella del 1972.



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