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...Sezione: Papirologia: Musei

Istituto Papirologico "G. Vitelli" di Firenze

L'Istituto Papirologico "G. Vitelli" ha la sua sede al primo piano del Palazzo Albizi, in Borgo degli Albizi 12, I-50122 Firenze (tel. ++39.055.2478969, fax ++39.055.2480722).

Lineamenti storici

L'Istituto Papirologico "G. Vitelli" è attualmente un Ente Nazionale di Ricerca non strumentale, così come riconosciuto con D.P.R. 5 agosto 1991.
Amorino, catalogo n. 38In principio, fu istituito come ente morale con R.D. 21 giugno 1928 n° 1676. Dopo che alcune modifiche statutarie erano già state attuate con R.D. 10 aprile 1930 n° 546, nel 1949 lo statuto fu radicalmente rinnovato (D.P.R. 29 aprile 1949 n° 382), e in parte modificato poi nel 1962 (D.P.R. 18 luglio 1962 n° 1725). In seguito all'avvenuto inquadramento dell'Istituto (D.P.R. 1 aprile 1978) fra gli enti pubblici disciplinati dalla legge 20 marzo 1975 n° 70, nel 1985 fu emanato un nuovo statuto (D.P.R. 13 novembre 1985 n° 1046). Anche lo statuto del 1985, tuttavia, ha subito recentemente delle modifiche, con le procedure previste dalla legge 3 maggio 1989 n° 168, in particolare per quanto riguarda la composizione e le funzioni del Collegio dei revisori e del Consiglio scientifico dell'Ente.
L'Istituto trae le sue origini dalla "Società Italiana per la ricerca dei papiri greci e latini in Egitto", ente morale finanziato con i contributi dei soci, fondato a Firenze il 1 giugno 1908 da un gruppo di studiosi per iniziativa di Girolamo Vitelli, a quel tempo il più illustre grecista italiano, allora titolare dell'insegnamento di Letteratura greca nell'Istituto di Studi Superiori di Firenze (che poi nel 1924/25 sarebbe divenuto Università degli Studi). Nel 1928 la "Società Italiana", che per un ventennio aveva proficuamente tenuto fede al programma di campagne di scavo e di acquisti di materiale papiraceo in Egitto da studiare e pubblicare (ed il risultato è rappresentato dai primi otto volumi dei Papiri della Società Italiana pubblicati tra il 1912 e il 1927), deliberò il proprio discioglimento per far posto appunto all'Istituto Papirologico. L'Istituto, il cui primo direttore fu Girolamo Vitelli, ereditò i compiti e i materiali di studio della "Società Italiana", pubblicando il vol. IX dei Papiri della Società Italiana (1929), il X (1932), l'XI (1935); le iniziative e le attività di scavo furono incrementate, per cui l'Istituto divenne uno dei centri più importanti per la papirologia a livello internazionale.
Dopo la morte del Vitelli, avvenuta il 2 settembre del 1935 a ottantasei anni, l'Istituto, per onorarne la memoria, assunse nel 1939 l'attuale denominazione (R.D. 11 dicembre 1939 n° 2130).
Dopo Girolamo Vitelli, l'Istituto fu diretto da Medea Norsa (1935-1949), Nicola Terzaghi (1949-1963), Vittorio Bartoletti (1963-1967). A causa della prematura scomparsa di Bartoletti, fu per breve tempo incaricato della direzione Alessandro Ronconi (1967-1968). Alla successione fu quindi chiamato Manfredo Manfredi, prima direttore (1968-1991), poi presidente dell'Istituto (1991-1998). Dopo alcuni mesi di vice-presidenza, tenuta da Angelo Casanova, dal 18 ottobre 1999 è presidente Guido Bastianini.
Le attività dell'Istituto subirono un parziale rallentamento durante la Seconda guerra mondiale: continuò per quanto possibile lo studio e la pubblicazione di testi (Papiri della Società Italiana, vol. XII fasc. I, 1943). Dopo la guerra, fu edito il fasc. II (1951), il vol. XIII (1949-1953), il vol. XIV (1957) e in parte il vol. XV (1979); molti testi sono stati altresì pubblicati in monografie o in sillogi al di fuori della serie ufficiale. Scavi ed acquisti furono sospesi per un lungo periodo e soltanto nell'inverno 1964/65, per iniziativa di Vittorio Bartoletti, poté essere intrapresa una nuova campagna di scavo. Da allora l'Istituto ha effettuato ogni anno scavi in Egitto, diretti da Sergio Bosticco e poi da Manfredo Manfredi, scavi che sono stati sospesi per ragioni di sicurezza dopo il 1994, ma sono ripresi nell'ottobre 2000.

La collezione di papiri dell'Istituto "G. Vitelli"
La collezione dell'Istituto Papirologico "G. Vitelli" comprende testi in greco e in latino, in lingua egiziana (geroglifico, ieratico, demotico, copto), in arabo e anche un raro esemplare in siriaco.
Il materiale proviene principalmente da scavi compiuti negli Anni Trenta in varie località dell'Egitto (Tebtynis, Ossirinco, Ankyron polis e Antinoe), nonché da acquisti effettuati nel corso del tempo sul mercato antiquario fino agli anni Settanta.
PSI XV 1574 "Madonna lactans"
Attualmente, l'Istituto custodisce una parte dei testi pubblicati nel XIII volume dei PSI, sia nel 1° fascicolo (1949) sia nel 2° (1953), nonché la maggior parte di quelli pubblicati nel XIV volume (1957) e quelli previsti per il XV, di cui è già uscito un primo fascicolo (1979). La pubblicazione dell'intero volume PSI XV è considerata un'esigenza prioritaria.
Tra i testi già editi nella serie dei PSI, si segnalano per importanza PSI XIII.1 1296 (pergamene di Antinoe), PSI XIII.1 1304 (Elleniche di Ossirinco), PSI XIV 1390 (Euforione), PSI XIV 1383 (Esiodo, Catalogo delle donne). Vi sono anche papiri figurati (PSI XIII 1370, XIV 1450-52).
Il papiro siriaco, sopra citato, è pubblicato negli Annali dell'Istituto Universitario Orientale 45 (1985) 1-16.
Tra i testi in lingua egiziana appartenenti all'Istituto, che siano già pubblicati, spiccano due rotoli ieratici da Tebtynis, veramente notevoli per estensione, l'uno dedicato alla glorificazione del dio Sobek (Copenhagen 1959), l'altro contenente un manuale mitologico (Firenze 1998).
La parte numericamente più rilevante della collezione, tuttavia, è costituita dalla serie dei PSI inv.
A parte quelli pubblicati sparsamente o in sillogi su riviste o in fascicoli, per lo più in occasione di Congressi Internazionali di Papirologia (Milano 1965, Napoli 1983, Copenhagen 1992, Berlino 1995), o in monografie (Trattato di medicina su papiro, 1995), gli altri sono ancora inediti e ammontano a più di 3000 pezzi, fra letterari e documentari, che coprono un arco cronologico esteso dall'epoca tolemaica a quella araba.
Particolarmente rilevanti per numero e importanza sono i frammenti carbonizzati di Thmouis, appartenenti a quel lotto che fu scoperto negli scavi del Naville (1892/93) e che fu successivamente disperso in varie collezioni; tra questi testi, incollati su cartoni, si trovano numerosi frammenti ancora inediti di quel rotolo la cui parte centrale (coll. LXVIII-CLX) è da tempo pubblicata come P.Thmouis 1.
Si segnalano inoltre i frammenti appartenenti al cosiddetto 'archivio di Ammon', anche questi purtroppo separati tra varie sedi: un volume è recentemente apparso (Papyrologica Coloniensia XXVI.1, Opladen 1997), con testi di Colonia e della Duke University. È in progetto lo studio dei frammenti fiorentini, in collaborazione con Colonia.
Vi sono poi varie decine di testi copti, letterari e documentari, per i quali sta prendendo avvio uno studio globale, e un numero veramente ragguardevole di frammenti ieratici e demotici, recuperati durante gli scavi di Tebtynis dalla Missione Archeologica Italiana, per i quali è in corso da tempo un impegnativo lavoro di ricomposizione.

Papiri della Società Italiana che sono conservati all'Istituto Vitelli

PSI XIII, fasc. I (1949):
PSI XIII 1296 e 1304 PSI XIII, fasc. II (1953):
PSI XIII 1317, 1318, 1321, 1323-1326, 1335, 1337-1340, 1342, 1345, 1349, 1351-1355, 1359-1360, 1363, 1364, 1366, 1369-1370 PSI XIV (1957):
PSI XIV 1372-1398, 1402-1410, 1412-1440, 1442-1448, 1450, 1451.



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