XVII CONFERENZA ITALIANA DI SCIENZE REGIONALI
di Maurizio Carta
SOMMARIO
Quadro di riferimento del contributo è una pianificazione capace
di attuare la sua azione di conoscenza/decisione su elementi territoriali
(fisici e sociali) storicizzati e contestualizzati, capaci di configurare
e connotare l'identità dei luoghi per sfuggire ad una pianificazione
come riduzione delle differenze locali.
Il parametro cognitivo che connota la pianificazione, nel quadro dell'epistemologia
contemporanea caratterizzata dal paradigma della complessità e dal
valore delle differenze, produce conseguenze notevoli, soprattutto nel settore
delle politiche del patrimonio culturale, considerando quest'ultimo come
la rappresentazione fisica delle differenze territoriali, dell'identità
dei luoghi, della stratificazione storica dell'insediamento umano, delle
differenze delle comunità (Mumford, 1938). L'utilizzo del parametro
cognitivo consente l'attuazione di politiche del territorio capaci di valutare
la 'sostenibilità' delle scelte, poiché operano all'interno
di un quadro della conoscenza in continuo aggiornamento e con rilevanti
effetti di retroazione sulle azioni di piano. Occorre transitare dalla conoscenza
per l'azione (che ha caratterizzato l'approccio analitico) ad un'azione
come conoscenza (che dovrebbe caratterizzare l'approccio cognitivo della
pianificazione): la conoscenza non è solo preliminare all'azione,
ma è complanare, cooperante, capace di modificarla e contemporaneamente
esserne modificata.
L'attuazione di politiche del territorio che cerchino e verifichino la sostenibilità
dello sviluppo deve essere de-strutturata nella verifica di una sostenibilità
che superi il parametro ecologico, per includerne altri. L'operazione di
'decostruzione' della sostenibilità conduce all'individuazione di
un 'sistema' di sostenibilità, interagenti, cooperanti nell'attuazione
di uno sviluppo che allontani i suoi inevitabili limiti - o almeno li renda
recuperabili - , sia quelli esogeni (chimico-fisici e demografici, Meadows,
1972), sia quelli endogeni (sociali e culturali, Laszlo, 1972). Il sistema
delle sostenibilità potrebbe essere individuato in:
- sostenibilità istituzionale, la quale attiene alla compatibilità
delle politiche del territorio con i principi fondamentali delle regole
democratiche dello stato (non a caso la maggior parte delle costituzioni
europee dedica un'attenzione specifica ai rapporti tra stato e politiche
del patrimonio culturale); attiene anche alla verifica dell'efficacia gestionale
delle azioni di piano, cioè all'esistenza di strutture amministrative
in grado di attuare l'implementazione del piano;
- sostenibilità economica, la quale consente di verificare
l'efficacia delle azioni di sviluppo nel quadro dell'individuazione delle
politiche pubbliche da attuare per la tutela e per la valorizzazione delle
risorse (culturali, nel caso specifico);
- sostenibilità culturale, la quale attiene ai livelli dell'identità
del territorio e della memoria collettiva consolidata nei luoghi e rappresentata
dai segni fisici del patrimonio culturale;
- sostenibilità sociale, la quale riguarda le modalità
della partecipazione dei soggetti sociali allo sviluppo, e si esplica nella
'costruzione sociale del piano', intesa come negoziazione degli interessi
tra le politiche e le pratiche sociali.
L'intervento proposto intende esporre i risultati di una ricerca condotta
da chi scrive, sotto la direzione scientifica di Vincenzo Cabianca, in collaborazione
con l'Istituto per i Beni Culturali della regione Emilia-Romagna e l'Institut
d'Urbanisme de Paris, con l'obiettivo di individuare modalità di
attuazione di politiche del territorio (in Italia e in Francia), considerato
come sistema culturale, in cui l'innovazione tecnologica consenta la realizzazione
di uno sviluppo sostenibile nell'interazione delle categorie sopra individuate.
Per quanto riguarda le esperienze italiane analizzate, esse si inquadrano
nella nuova domanda di territorio (cognitiva, partecipativa, creativa) che
è possibile rilevare dall'attuazione di politiche del territorio
che utilizzano gli esiti dell'innovazione tecnologica per rispondere alla
crescente domanda di partecipazione consapevole e creativa allo sviluppo
(Bertuglia, Fischer, Preto, 1995). L'innovazione tecnologica può
contribuire a superare le rigidità attuali dei sistemi territoriali,
garantendo il rispetto dell'uomo e delle sue esigenze di comprensione, di
scelta e di libertà (Beguinot, et al., 1994): si pensi, ad esempio,
all'incremento delle reti telematiche delle città europee, delle
regioni, delle istituzioni e dei soggetti sociali, come risposta alla domanda
di informazione, inizialmente, di conoscenza, oggi, e con sempre maggior
forza di partecipazione, di rapporto e di azione interattiva di scambio
economico, sociale e culturale. Due sperimentazioni, tra le più avanzate,
riguardano il sistema museale regionale dell'Emilia-Romagna (Carta, 1995)
e il sistema museale umbro, entrambi attuati nel quadro della programmazione
e della pianificazione territoriale regionale come parte (culturalmente
connotata) della costruzione di un'armatura del territorio che cooperi alla
sostenibilità dello sviluppo.
I casi francesi analizzati riguardano l'attuazione di politiche nazionali
e locali di utilizzo del patrimonio ambientale locale come strumento per
la realizzazione di uno sviluppo sostenibile, partecipato, basato sui valori
della memoria, dell'identità. Uno dei casi più interessante
è quello del Musée Dauphinoise, il quale costituisce
una rete (anche nel senso telematico) della conoscenza del territorio in
cui la funzione culturale (informativa e formativa) prevale su tutte le
altre attraverso un coinvolgimento delle collettività locali (Guibal,
1993). Il sistema museale si configura anche come un soggetto della pianificazione
del territorio, attraverso l'esplicazione di un ruolo di consulenza, valutazione
ed assistenza presso il Conseil général ai comuni,
in particolare nei casi riguardanti il ruolo del patrimonio regionale nella
costruzione della valorizzazione e fruizione sociale; ed attraverso la trasmissione
al Conseil général di elementi conoscitivi ed organizzativi
indispensabili all'elaborazione di una reale ed efficace politica del patrimonio.
Il progetto attua il nesso patrimonio ambientale-innovazione-sviluppo, nell'ambito
del più vasto progetto della Datar (1994), per la costruzione di
un'armature du territoire capace di essere uno strumento efficace
per superare le sfide dell'unificazione europea.
I risultati attesi dalla ricerca, tuttora in corso, riguardano le modalità
con cui le politiche del patrimonio culturale possano diventare fondamento
e strumento dei 'diritti di cittadinanza', in particolare dei 'diritti culturali',
caratterizzanti la più recente attività del Consiglio d'Europa
e dell'Unesco (Meyer-Bisch, 1994, 1995), e l'applicazione di queste modalità
ad alcuni casi nel territorio siciliano. L'obiettivo è quello di
congiungere la nuova domanda di conoscenza e quella di partecipazione consapevole
con gli strumenti, i metodi e le politiche di una pianificazione del territorio
efficace poiché agente su valori condivisi (o resi condivisi dall'azione
comunicativa, incrementata dall'utilizzo dell'innovazione tecnologica),
su elementi storicizzati e fortemente caratterizzanti l'identità
dei luoghi, sfuggendo all'omologazione di una pianificazione della riduzione
delle differenze.
Riferimenti bibliografici
Beguinot C., et al. (1994). Carta di Megaride 94, Dipist, Napoli.
Bertuglia C.S., Fischer M.M., Preto G., eds. (1995). Tecnological Change,
Economic Development and Space, Springler Verlag, Berlin.
Carta M. (1995). Dal territorio dei musei ai musei del territorio: il Sistema
regionale dei musei dell'Emilia Romagna, in Città e Territorio,
n. 2.
Datar (1994). Débat national pour l'aménagement du territoire,
Document d'etape, avril, La Documentation Française, Paris.
Guibal J. (1993). La gestion du patrimoine entre nouvelle demande sociale
et nouvelles responsabilités des départements, in AA.VV.,
Les départements et la gestion du patrimoine, Actes du séminaire
de Grenoble, 16-17 fév, Observatoire des politiques culturelles,
Grenoble.
Laszlo E. (1989). The Inner Limits of Mankind. Heretical Reflection on
Today's Values, Culture and Politics.
Meadows D.H., et al. (1972). The Limits to Growth, Potomac Ass. Universe
Book, New York.
Meyer-Bisch P. (1994). The Nature of the Right to Cultural Heritage as a
Human Right, in Heritages for Europe, 19 sept., Conseil of Europe,
Strasbourg.
Meyer-Bisch P. (1995). La culture démocratique, Unesco, Paris.
Mumford L. (1938). The City in History: Its Origins, Its Transformations,
and Its Prospects, Brace and World, New York.
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