Il museo è uno dei luoghi che fornisce la più elevata idea delluomo: con queste parole André Malraux sintetizzava la funzione sociale ed educativa del museo. Musei, parchi archeologici e naturalistici, ecomusei e città delle scienze sono ancora oggi formidabili dispositivi territoriali che permettono di comprendere le identità e le vocazioni delle comunità. Interpretando e comunicando il passato e il presente innescano scintille di futuro.
Dai primi esperimenti di parchi archeologici o naturalistici, dai primi esempi di musei educativi e non solo contenitori di meraviglie assistiamo negli ultimi decenni ad una crescente sperimentazione di nuove forme della socialità attraverso usi creativi degli spazi per la cultura e il tempo libero: gli abitanti delloccidente opulento trascorrono sempre più spesso gran parte del loro tempo allinterno di nuovi luoghi i parchi concepiti per contenere e stimolare le attività di fruizione delle risorse culturali e naturali della città o del territorio extraurbano, sia in termini di patrimoni (monumenti, centri storici, siti archeologici, etc.) sia in termini di attività legate allesperienza culturale (dal turismo al godimento di uno spettacolo teatrale, dallascolto di un concerto alla visita di unesposizione). I parchi archeologici, i musei, i parchi tematici, i teatri e i cinema, le sale per concerto o le città della musica, le mediateche, i centri culturali, fino alle nuove forme di edutainment places (luoghi del divertimento legato alleducazione) sono oggi le evidenze più rilevanti delle nuove centralità, richiedendo di fuggire dallisolamento e dalla localizzazione puntuale per connettersi in reti, per costituire armature culturali che innervano il territorio europeo o nordamericano. I musei sono oggi tra i pochi edifici universalmente riconoscibili nelle città del terzo millennio, e i parchi urbani o territoriali assumono unimportanza senza precedenti nella civiltà contemporanea: essi sono diventati i luoghi di culto di una nuova religione globale la religione della conoscenza trasformandosi in formidabili produttori di economie legate non solo allesposizione, ma anche alleducazione, al commercio ed alla ristorazione, fino a diventare essi stessi promotori ed attivatori di economie territoriali. Dalle esperienze pionieristiche di Emscher Park come grande progetto territoriale assistiamo a progetti di rigenerazione urbana fondati sulla dimensione ecologica, come nel caso della Greenwich Peninsula a Londra.
Le mutazioni della città contemporanea verso la società dellesperienza trovano oggi un campo di sperimentazione in luoghi della cultura e dellintrattenimento, spesso inizialmente legati al commercio e successivamente trasformati in lieux de vie, allinterno dei quali diventa possibile vivere esperienze diverse legate alla domanda di cultura urbana. La nuova era dellaccesso si contraddistingue per lassegnazione di un complesso di valori sociali e sempre più spesso economici al divertimento ed al tempo libero, ovvero per la fruizione di risorse culturali trasformate in intrattenimento. Dalla Dichiarazione di Essen sul ruolo dellindustria culturale per la rigenerazione urbana si sono fatti molti passi avanti, ed ai tradizionali luoghi per la cultura e il tempo libero si affiancano, sempre più numerosi, gli empori culturali: grandi spazi allaperto o in contenitori specifici in cui le diverse declinazioni della cultura vengono offerte alluniverso dei consumi culturali, giovanili e non.
Ci stiamo muovendo verso una società fondata sulla domanda di conoscenza e di esperienze: una società sempre più immersa nella noosfera, in un ambiente in cui apprendere, comprendere e partecipare sono valori sempre più diffusi.
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I nuovi parchi non sorgono solo per la tutela della cultura o della natura, ma sono anche il prodotto dellartificiale: le grandi aree fieristiche, le aree portuali o ferroviarie, le grandi aree industriali parzialmente dismesse o in piena attività, si propongono sempre più spesso come parchi urbani che offrono occasioni di diffusione di particolari articolazioni tematiche della cultura: architettonica, libraria, tecnologica, enogastronomica, sportiva, etc. Sono luoghi ibridi capaci di assumere le molteplici forme dellesperienza culturale.
La scienza polverosa dei vecchi musei o la cultura distante dei siti archeologici-fortezza non riesce più a comunicare, come scrive Vincenzo Cabianca. Assistiamo invece ad unofferta di nuova cultura scientifica ed umanistica, fatta di linguaggi che richiamano larte e il design, giochi da toccare, parchi intelligenti che sfruttano tutte le seduzioni delledutainment. Negli USA queste strutture attraggono circa 115 milioni di visitatori allanno, mentre in Europa i parchi e i musei scientifici appartenenti alla rete di Ec-site (circa 800 soggetti), insieme alle centinaia di strutture più piccole, vantano circa 100 milioni di visitatori allanno. Laccesso alleducazione culturale e ambientale on site sta diventando uno dei diritti primari di cittadinanza: in Gran Bretagna, per esempio, il governo ha raggiunto lobiettivo di dotare ciascun cittadino di un museo scientifico a meno di unora di auto da casa sua.
I parchi tematici, i musei della scienza, gli science centres propongono sempre più spesso unofferta di educazione informale che si integra con quella scolastica talvolta sostituendola e proponendosi come centri di conoscenza territoriale, luoghi di interpretazione delle identità locali o della ricerca scientifica. I parchi e i musei, oscillanti tra la didascalizzazione della natura e la didattica dellartificio sono diventati una seducente esperienza sensoriale: la natura diventa esperienza gastronomica o arte visiva, larcheologia diventa gioco, la scienza diventa intrattenimento alla progressiva conquista di un linguaggio creativo e artistico. Architetti, designer e artisti vengono sempre più spesso mobilitati per progettare i parchi, fornendo occasioni di progetto per larchitettura contemporanea, momenti di stupore e ammirazione per il contenitore quanto per il contenuto.
Questo fermento è degno di molta attenzione. Il piano dei parchi e il progetto dei musei e dei servizi per la fruizione culturale consentono allarchitettura di ritrovare la sua vena comunicativa, consente allurbanistica di declinare la sua capacità cognitiva, interpretativa ed educativa.
Le mutazioni e le ibridazioni tra natura e artificio di cui parla questo numero di creativicity non sono mai esenti da riflessioni critiche, producendo talvolta ombre lunghe entro cui si cela un eccesso di mercificazione della cultura o una omologazione che umilia le diversità culturali. Da studiosi e progettisti dobbiamo quindi usare la luce della ragione per indagare il fenomeno, eliminando le ombre e facendo risaltare la missione formativa che i parchi possono perseguire nella costruzione di una società civile sempre più attiva nelle decisioni per il suo futuro perché informata e consapevole, e non solo distratta e alleggerita dai pensieri.
I parchi tematici devono essere in grado di restituire immagini di territorio, da cui ogni fruitore vede, impara, sperimenta e trae ispirazioni e stimoli per la propria vita. Scriveva Freeman Tilden nel 1957 che i parchi devono essere progettati come un racconto che informi, intrattenga ed illumini: noi partiamo ancora da questo impegno. [maurizio carta] |