Egittologia Papirologia Archeologia Subacquea IURA Archeologia Classica Vicino Oriente archeologia Sperimentale  
Ritorna alla home page
Università
Musei e collezioni
Enti e associazioni
Missioni archeologiche
Biblioteche
Pubblicazioni
Manifestazioni
Tecniche e metodologie
Strutture sommerse
Relitti
Archeologia navale
Ancore
Anfore
Ricerche
Autori
Links
Contattaci

...Sezione: Archeologia Subacquea

Le anfore a forma di bariletto

Trapani. Museo Pepoli. Anfora a bariletto dai dintorni di Trapani

(Piero A. Gianfrotta, in: Purpura, Rinvenimenti sottomarini nella Sicilia occidentale,
Archeologia subacquea 3, Suppl. al n. 37-38/1986 del Boll. DÂ’Arte, pp. 148 e s.)

Alcune anfore a forma di bariletto di età imprecisabile sono state recupe­rate da pescherecci con reti a strascico nelle acque trapanesi (1) . Si conoscono almeno ventidue anfore di questa forma con costanti caratteristiche, ma provenienti da siti assai diversi. È assai facile, infatti, confonderli con esemplari simili a forma di bariletto, che si rinvengono presso varie culture, dall'età preistorica fino ai nostri giorni. Differisce innanzitutto la posizione delle anse, perpendicolare all'asse maggiore del cilindro. È caratteristico l'incavo centrale, spesso con umbone rilevato; le anse, quasi in tutti i casi, sono scanalate. Alcune striature circolari sono presenti alle due estremità del contenitore, di solito di eccellente fattura in argilla prevalentemente rosa o rosso arancio. Queste anfore vanno quin­di distinte dai noti contenitori preistorici a forma di bari­letto della cultura iberica e dagli esemplari romani scoperti a Vic (Ydes, Cantal), Magonza e Narbona. Le ventidue anfore a forma di bariletto note sono:
  • 1) di provenienza sconosciuta, ma con incrostazioni marine, conservata nei magaz­zini del Museo di Palermo (senza n. d'inv., custodita insieme alle anfore della necropoli punica di Palermo);
  • 2-3) dal Canale di Sicilia, una conservata nell'Antiquarium di Terrasini, con una vasta apertura laterale, praticata intenzionalmente, un'altra in collezione privata a Mazara, deliberatamente senza collo ed orlo;
  • 4-5-6) da Montecristo, Cala Maestra;
  • 7) di provenienza sconosciuta, conservata nel Museo di Agrigento;
  • 8) proveniente dai fondali di Lampedusa è custodita in una pensione dell'isola;
  • 9-10) a Trapani in collezioni private;
  • 11) si afferma rin­venuta nelle acque marsalesi, ma è ignota la collocazione;
  • 12-13) a Sciacca in collezione privata, provengono da un giacimento nel Canale di Sicilia;
  • 14) nel Museo di Sassari (n. inv. 7724), di incerta provenienza;
  • 15) alcuni esemplari secondo Fletcher Valls sono conservati nel Museo di Cagliari;
  • 16-17) da Ventotene, uno recuperato nel 1978, l'altro ritrovato nei pressi di un relitto di provenienza spagnola con anfore Dressel 7 9 ubicato tra Ventotene e Santo Stefano (quest'ultimo reperto reca un graffito illeggibile, che si dichiara greco);
  • 18) da Giannutri, Cala Volo di Notte, da un tumulo (m 12 x 2,5) con barriletes scoperto nel 1959, dalla équipe di Lamboglia, con nei pressi ceramica bizantina;
  • 19) da Port Caos (Provenza);
  • 20) da Santanyi (Baleari);
  • 21) si dichiara provenire da Ustica e pare il più tardo tra gli esemplari considerati;
  • 22) da Aquileia (inv. n. 106).
Sembra quindi che si possa affermare che esistono alcuni relitti con questi bariletti di terracotta: a Lampe­dusa, Giannutri, Montecristo, Ventotene e tra Trapani e Marsala o nel Canale di Sicilia. Allo stato attuale però non sussistono ancora indizi sicuri per una precisa datazione; in nessun caso è infatti segnalata ceramica nota associata, né è stato possibile trovare qualche raffigurazione che getti luce sull'età di questo tipo di anfora. Un'analisi che potrebbe essere effettuata in questo caso utilmente sarebbe quella della termoluminescenza: se ne ricaverebbe almeno una datazione orientativa. Fondandosi, invece, sulle caratteristiche formali di questo tipo di contenitori resta incerto se assegnare questi bariletti alla fine dell'età antica, al momento, cioè, in cui prevalse l'uso del barile sull'anfora. In base alla diffusione pare interessata l'area franco spagnola (visigotica), ma allo stato attuale mancano prove sicure di ciò.

© Gianfranco Purpura
Università degli Studi di Palermo


Note:
1 Trapani, Museo Pepoli, sala antichità, n. inv. 6092. Cfr. C. DE GREGORIO, Oggetti punici del Museo di Trapani, in Studi Archeologici ed Iconografici, XXI, Palermo 1928, p.5 tav. IV n. 6. Un altro bariletto inedito reca il n. inv. 341551.



Per fornire informazioni: purpura@unipa.it

inizio pagina
pagina precedente

ritorna alla home
entra nelle rubriche entra nel forum contatta la redazione iscriviti alla news letter IICE Cerca in Archaeogate