teCLa :: Rivista
             codice DOI:10.4413/RIVISTA  - codice ISSN: 2038-6133
              numero di ruolo generale di iscrizione al Registro Stampa: 2583/2010 del 27/07/2010
	          
              
              
              teCLa - rivista ospita articoli inerenti temi di critica e letteratura artistica, dal medioevo  al contemporaneo, con attenzione alle riflessioni teoriche sugli aspetti del  gusto, della metodologia, della storia del collezionismo, della museologia, del  restauro e delle tecniche artistiche. 
                Diretta da Simonetta La Barbera, ha un Comitato scientifico internazionale, un Comitato di Referee anonimo e un Comitato di redazione.
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			  Abstract  del quinto numero	
			  
					  Storia e arte nel collegio della Compagnia di Gesù a Caltanissetta. Francesco Natale Juvarra e Giovanni Battista Marino nelle decorazioni marmoree della chiesa di Sant’Agata
		       di Giuseppe Giugno
                       
						L’articolo descrive la storia del collegio gesuitico di Caltanissetta fondato dai  Moncada alla fine del Cinquecento, soffermandosi in particolare sul ruolo del complesso architettonico nel processo di modernizzazione urbanistica della città e sulle trasformazioni architettoniche realizzate nella chiesa durante il Settecento col coinvolgimento di importanti maestri come Francesco Natale Juvarra nell’altare di Sant’Ignazio di Loyola e Giovanni Battista Marino e Domenico Battaglia nell’abside della chiesa di Sant’Agata.
		       
					  Seicento ritrovato. Tre tele siciliane (quasi) inedite
		       di Vincenzo Scuderi
					  
                      L’articolo di Vincenzo Scuderi  presenta tre testi del Seicento pittorico siciliano, motivando la possibile  attribuzione ad altrettanti pittori operosi nell’Isola entro la prima metà del  secolo. Si tratta di una Pentecoste (1624) riferita a Giuseppe Schettino, di una Immacolata (1634) riconducibile al pittore siracusano Giuseppe  Reati, e di una Madonna del Rosario (1647) del fiammingo Geronimo Gerardi. Le tre opere, diseguali dal punto di  vista della qualità pittorica, restituiscono l’immagine di un panorama  pittorico molto complesso nel quale, alla grande e per molti aspetti  irripetibile esperienza della pittura di Pietro Novelli, fanno da contraltare episodi  talora stilisticamente attardati, talaltra in linea rispetto agli esiti del  maestro monrealese.
 
 
  La rivista “Sicilia” dell’editore S.F. Flaccovio (1953-1982)
	        di Carmelo Bajamonte
					  
                      L’edizione della rivista “Sicilia” fu curata, dal 1953 al 1982, da Salvatore Fausto Flaccovio (Palermo, 1915-1989), libraio, editore, gallerista e figura di spicco del panorama culturale italiano degli anni cinquanta. Sono qui pubblicati articoli di ambito esclusivamente siciliano che offrono un’interessante campionatura di temi e materiali eterogenei, arte, musica e teatro, folklore, archeologia, etc. Il discorso sulla Sicilia è sempre messo in luce nelle relazioni sovraregionali e internazionali dai numerosi collaboratori di cui la rivista si avvalse, che offrirono, in un quadro di riferimento cronologicamente e tematicamente molto ampio, i loro scritti in forma di colta divulgazione. Punto di forza di “Sicilia” è la bella veste grafica che ne farà un prodotto editoriale unico nel panorama della stampa periodica di quegli anni.
		       
 
					  “Qui arte contemporanea”: il presente nel solco della modernità
		       di Francesca Gallo
					  
                      Lo studio è un primo sguardo d’insieme su “Qui arte contemporanea”, periodico di Editalia, caso unico per longevità e autonomia di interessi fra i bollettini delle gallerie romane degli anni Sessanta. Animata da artisti, storici e critici, la rivista consente di seguire le trasformazioni del clima culturale italiano, dal 1966 al 1977. Cioè dal prevalere delle ricerche analitiche, alla fascinazione per la natura, il mito e le pulsioni primarie, fino alle pratiche performative (1966-72); per rifluire – dopo il 1974 – verso ricerche più propriamente pittoriche e scultoree. Anche la forma della rivista si adegua a tale mutamento, passando dall’adesione al modello informativo, alla strutturazione attorno a nuclei monografici.
		       
 
					  …Has arte povera ever existed? sulla costruzione problematica di un movimento artistico
		       di Eleonora Charans
					  
                      Pur nascendo spesso con una valenza dispregiativa, le etichette per i movimenti artistici posseggono il dono della semplificazione manualistica; ma  se da un lato avvicinano il pubblico dei fruitori generici a questioni altrimenti difficili da afferrare, dall’altro sono destinate a alimentare il dibattito storico-artistico.  L’arte povera, in tal senso, non costituisce un’eccezione.
All’interno del panorama del secondo Dopoguerra, l’arte povera é certamente il movimento italiano che ha ricevuto la maggiore attenzione a livello internazionale, sia in termini museali e di critica, che in termini collezionistici.  L’arte povera presenta un reale fondamento formale o di intenti tra gli artisti oppure é il frutto di una creazione letteraria ad opera di Germano Celant? Quali sono le principali motivazioni alla base di questo successo? In risposta a questi quesiti di partenza, questo contributo si prefigge di offrire una riflessione contestualizzante sui problemi legati alla categoria storiografica basata sull’analisi di alcune opere d’arte di Alighiero Boetti e Michelangelo Pistoletto, artisti che più di altri, dopo una iniziale adesione al movimento, hanno preso le distanze per seguire in autonomia le proprie ricerche. Le opere scelte sono portatrici, come si vedrà di un'evidenza non soltanto formale ma capace di dare conto di un network di relazioni e scambi alla base del sistema dell’arte della cronologia di interesse; nonché dalle considerazioni degli stessi autori. Nel corso della trattazione verranno fatti numerosi riferimenti anche a quei momenti contestuali, cioè le mostre, in cui le opere vengono presentate al pubblico, agli altri artisti e ai collezionisti.
		       
 
					  La Net.Art e il museo ai tempi di Internet: la Tate Gallery di Londra
		       di Michela Ruggeri
					  
                      L’articolo indaga il movimento artistico della Net.art. Nato ufficialmente nella metà degli anni Novanta come avanguardia autoreferenziale in contrapposizione all’istituzione, ha proposto un nuovo modo di concepire l’opera d’arte nata in rete. Le opere Net.art infatti pongono il problema della conservazione; essendo legate alla tecnologia che le ha prodotte, sono paragonabili a quelle site-specific che sono valide soltanto nel presente della rete e nella semantica dello spazio virtuale. 
Quello della Tate Gallery è considerato come uno dei casi più interessanti in Europa per l’atteggiamento di apertura del museo storico tradizionale verso la Net.art e per la decisione di investire nell’opzione e-space del museo: la piattaforma Tate Online è lo spazio virtuale dove è possibile fruire di nuovi contenuti, esporre nuove opere.
Con l’istituzione della collezione online Intermedia Art, New Media, Sound and Performance, la galleria londinese si pone quindi in stretto dialogo con i nuovi artisti, cominciando le commissioni di Net.Art nel 1999.
		       	 
Abstract  -	number 5
 
		
					  Storia e arte nel collegio della Compagnia di Gesù a Caltanissetta. Francesco Natale Juvarra e Giovanni Battista Marino nelle decorazioni marmoree della chiesa di Sant’Agata
		       di Giuseppe Giugno
                      The article describes the history of the Jesuit  college founded by the family Moncada in Caltanissetta at the end of the sixteenth  century, focusing in particular on the role of the architectural  complex in the process of the city's urban modernizing and on the architectural  changes made in the church during the eighteenth century with the involvement of important masters such as Francesco Natale Juvarra in the altar of St. Ignatius of Loyola and Giovanni Battista Marino with Domenico Battaglia in the apse of the church of St. Agatha. 
 
					  Seicento ritrovato. Tre tele siciliane (quasi) inedite
		       di Vincenzo Scuderi
					  
                      The paper by Vincenzo Scuderi presents three  paintings of XVIIth  Sicily  century, giving a possible assignation to as many artists who worked in Sicily  around the first half centrury. These are a Pentecoste (1624) assigned to Giuseppe Schettino, an Immacolata (1634) perhaps by Giuseppe Reati, and a Madonna  del Rosario (1647) by the Flemish Geronimo Gerardi.  These paintings, very  spread in order of the pictorial quality, give an idea of the tricky landscape  of the Sicilian painting in XVIIth  century, wherein the great and reclusive  experience of Pietro Novelli coincides to some episodes at time delayed, at  time updated to issues of the Monreale’s master.
 
 
  La rivista “Sicilia” dell’editore S.F. Flaccovio (1953-1982)
	        di Carmelo Bajamonte
					  
                      The edition of the  magazine “Sicilia” was made from 1953 to 1982 Salvatore Fausto Flaccovio  (Palermo, 1915-1989), bookseller, publisher, gallery owner and prominent figure  in the Italian cultural scene of the fifties and seventies. Articles are  published in scope only Sicilian and provide an interesting sampling of  subjects and heterogeneous material: art, music and theater, folklore,  archeology, etc. The discourse on Sicily is always highlighted in the reports  by several international and supra-regional by many employees of the magazine  enlisted, who offered, in a chronological framework and thematically very ample,  their form of written disclosure cultured. The strength of “Sicilia” is the  beautiful graphics that made it a unique editorial product in those years.
 
 
					  “Qui arte contemporanea”: il presente nel solco della modernità
		       di Francesca Gallo
					  
                      The  study is a first glance on "Qui arte contemporanea", a periodical of  Editalia, unique case for longevity and autonomy of interest among the  bulletins of roman galleries of the Sixties. Animated by artists, art  historians and critics, the magazine allows to follow the transformations of  the Italian cultural climate, from 1966 to 1977. That is from the prevalence of  analytical research, to the fascination for nature, the myth and the primary  passions, up to performative practices (1966-72), to the reflow - after the  1974 - toward more properly pictorial and sculptural researches. Even the form  of the magazine adapted  to such a  change, going from adhering to the information model to the inside structuring  around monographic themes. 
 
 
					  …Has arte povera ever existed? sulla costruzione problematica di un movimento artistico
		       di Eleonora Charans
					  
                      Despite being born with an often derogatory value, labels for  artistic movements and tendecies possess the gift of simplifying and giving  directions to write art manuals. But, while approaching the public of generic  users to issues otherwise difficult to grasp; on the other hand artistic lables  is intended to inform and nourish Art History debates. Arte Povera, in this  sense, does not represent an exception.
                        Within the panorama of the Second Postwar, Arte Povera can be  certainly considered the Italian movement received a lot of international  attention, both in terms of critical feedbacks, museums as well as private  collections. Questions arise: has Arte Povera really was based on shared  formal, sociological, cultural intents by the artists belonging to it or is it  more the result of a literary creation by Germano Celant? What are the main  reasons for this success?
                      In response to these questions, this contribution aims to  contextualize Arte Povera through the analysis of some artworks by Alighiero  Boetti and Michelangelo Pistoletto. In fact these artists have distanced  themselves to follow their own researches, independently more than any other  from Arte Povera. The chosen artworks are bearers of an evidence able to  argument a network of relationships and exchanges at the base of the art system  behind them. Numerous references will be made to those contextual moments,  exhibitions, in which the works are presented to the public, other artists and  collectors.
 
 
					  La Net.Art e il museo ai tempi di Internet: la Tate Gallery di Londra
		       di Michela Ruggeri
					  
                      The article investigates the artistic movement of Net.art. Officially  born in the mid-nineties as self-referential artistic vanguard opposed to the  institution, proposed a new way to conceive an art work created in the network.  The Net.art works in fact raise the problem of conservation, being related to  the technology that produced them, they are comparable to site-specific, which  are valid only in the present of the network and in the semantics of the  virtual space. The one of the Tate Gallery is considered one of the most  interesting cases in Europe for the open attitude of the traditional historical  museum towards the Net. Art and for the decision to invest in the option  e-space of the museum: the Tate Online platform is the virtual space where you  can enjoy new contents, exhibit new works. 
                      By the setting up of the online collection Intermedia Art,  New Media, Sound and Performance, the London gallery therefore puts itself in  close dialogue with the new artists, starting in 1999 the Net. Art commissions.