teCLa :: Rivista

in questo numero contributi di Simonetta La Barbera, Roberta Santoro, Massimo Privitera, Consuelo Giglio, Giovanna Di Marco, Marina Giordano .

codice DOI:10.4413/RIVISTA - codice ISSN: 2038-6133
numero di ruolo generale di iscrizione al Registro Stampa: 2583/2010 del 27/07/2010

L'editoriale di Simonetta La Barbera

Lo studio dei temi d’arte affrontati nei periodici editi in Italia tra Otto e Novecento ha fatto emergere la straordinaria vitalità della pubblicistica. L’interesse e la varietà degli argomenti in essa trattati consente infatti di ricostruire il grande fermento di idee che caratterizzò nel corso del secolo XIX il panorama culturale e sociale dell’Italia che si andava fondando come nazione.

Nelle pagine dei periodici appaiono, sempre più frequentemente e corredati da illustrazioni e da interessanti repertori fotografici, temi legati all’arte nelle sue diverse declinazioni, figurative, musicali, teatrali, con attenzione al collezionismo, alla museologia, alle esposizioni, ma anche all’urbanistica, alle tradizioni popolari, alla moda, al turismo, al costume e alla società.

Alcuni degli articoli proposti in questo secondo numero di teCLa - Rivista, colgono l’apporto e il rapporto fra le varie arti, delineando lo spaccato variegato e accattivante dei diversi aspetti delle culture locali, quale si ritrova in numerosi interventi apparsi in alcuni quotidiani pubblicati dal secondo decennio dell’Ottocento ai primi decenni del Novecento.

Così l’articolo di Roberta Santoro, L’iter editoriale del “Mercurio siculo o sia collezione enciclopedica di materie, e argomenti relativi alle arti, scienze, e belle lettere (1818), si occupa del primo periodico di taglio enciclopedico edito a Palermo nel 1818 dalla Stamperia Solli, su sollecitazione di «una società di letterati». Il “Mercurio Siculo” –che all’interno della stampa periodica siciliana fa da trait d’union tra le “Memorie per servire la storia letteraria di Sicilia” di Domenico Schiavo, giornale letterario edito nel 1755, e “L’Iride” fondato nel 1822 da un gruppo di intellettuali soprattutto palermitani – affronta, all’interno delle sue pagine diverse tematiche artistiche, con particolare attenzione all’antiquaria e all’archeologia.

 

         Anche il saggio di Massimo Privitera, Musica nel “Poliorama pittoresco”, giornale pubblicato settimanalmente a Napoli dal 1836 al 1860, coglie la varietà davvero singolare degli argomenti trattati dal periodico napoletano: architettura, archeologia, arti industriali e meccaniche, musica, poesia, pittura, scultura, biografie, viaggi, vedute, varietà letterarie, ma anche attinenti al campo della storia e delle scienze. In particolare, Privitera focalizza la sua attenzione agli articoli dedicati alla musica all’interno delle pagine di “Poliorama”, in una prospettiva generale e sotto forme diverse: come apoteosi di virtuosi quali Mozart, Palestrina, Haydn, Rossini, Bellini; come genuina espressione del folklore; come spunto per divagazioni letterarie, artistiche, scientifiche, compiendo anche una riflessione critica sul valore e significato che ad essa attribuiscono non solo gli intellettuali che vi scrivono ma, in particolare, i loro lettori, per lo più esponenti della borghesia della Napoli romantica.

Fra la fine del XIX secolo e i primissimi anni del XX , l’idea di apporto e rapporto fra le arti, pur nelle specifiche diversità, che molto deve all’ideale wagneriano di Gesamtkunstwerk, è diversamente coniugato da movimenti artistici quali la Scapigliatura e alcune avanguardie del primo Novecento, in primis il Futurismo.         

Questi stessi temi, variamente affrontati nella stampa periodica, li ritroviamo sin dai primi anni del XX secolo nelle riviste specialistiche che, via via, si pubblicavano, connotati da innovativi contributi metodologici e da specifiche riflessioni teoriche, con il graduale allinearsi della pubblicistica alle modalità proprie appunto delle coeve riviste specialistiche nazionali ed europee.

 Nell’articolo di Consuelo Giglio, La modernità raggiunta: il rinnovamento musicale a Palermo tra Otto e Novecento attraverso la stampa periodica specializzata (“La Sicilia musicale” 1894-1910; “L’arte musicale” 1898; la “Rassegna d’arte e teatri” 1922-36), l’autrice analizza attraverso le pagine della stampa pubblicistica e di quella specialistica, quel periodo di splendore mondano e di grande vivacità culturale e artistica che Palermo, entrata nel vivo della belle époque , vive per un decennio, e che fu caratterizzato, in particolare, dal significativo episodio che fu per la città l’Esposizione nazionale del 1891-92. Questo nuovo respiro europeo, che in primis riguarda l’architettura e le arti figurative, non tarda a interessare anche l’ambito musicale, stimolando lo svecchiamento del gusto e l’affermazione del moderno concerto pubblico che inesorabilmente insidia l’egemonia del melodramma.

La studiosa si sofferma sui nuovi orientamenti compositivi che si delineano negli stessi anni, in particolare sulla fioritura di un genere ‘urbano’ del tutto dimenticato, quale quello della ‘canzone siciliana’, ad emulazione di quella napoletana.

 Le numerose riviste ‘eclettiche’ uscite a cavallo dei due secoli e soprattutto due periodici specialistici quali  “La Sicilia musicale” (1894-1910), di proprietà dell’editore musicale Luigi Sandron e “L’arte musicale” (1898), permettono di tracciare un quadro completo del rinnovamento del giornalismo musicale che perviene ad un più alto livello editoriale con la “Rassegna d’arte e teatri” (1922-36), la cui abbondanza di informazioni e spunti critici è indagata dalla Giglio che evidenzia il vivace contesto musicale e culturale della Palermo degli anni Venti.


Segue il saggio di Giovanna Di Marco, Stefano Bottari direttore di “Arte antica e moderna” (1958 – 1966). Note sull’arte meridionale, nel quale è analizzato il contributo di una rivista specialistica di storia dell’arte allo studio di una specifica realtà culturale quale è quella individuata nella koiné  del meridione italiano.

         Nell’articolo è analizzato sia il ruolo di Stefano Bottari quale direttore della rivista “Arte antica e moderna”, nata dalla collaborazione degli Istituti di Storia dell’Arte e di Archeologia dell’Università degli studi di Bologna, sia quello di studioso. Dalla lettura dei suoi articoli, in particolare quelli pubblicati  nei primi anni della storia della rivista, emerge la complessità intellettuale dello storico dell’arte per le ricerche ed approfondimenti sull’arte meridionale soprattutto d’età medievale, ma anche di pubblicista per le riflessioni affidate alle recensioni di mostre e nuove pubblicazioni, che si affianca a quello del ‘teorico’ che variamente affronta nei suoi testi tematiche riguardanti la teoria e la critica d’arte.

Anche Marina Giordano nell’articolo “Collage”: un’esperienza di esoeditoria d’avanguardia nella Palermo degli anni sessanta, affronta, da ambiti cronologici e soprattutto metodologici diversi, il rapporto fra le arti. “Collage” è un particolare esempio di ‘esoeditoria’, di una pubblicistica, cioè, gestita direttamente da artisti al fine di promuovere un’alternativa alla cultura dominante, in questo specifico caso, quella della Palermo degli anni Sessanta. “Collage. Dialoghi di cultura” (1962-1964), fondata da Paolo Emilio Carapezza, Antonino Titone e Gaetano Testa, affrontò un’ampia panoramica di argomenti riguardanti la cultura palermitana, basandosi su veri e propri indici che fungevano da scaletta per gli interventi orali dei partecipanti.
La versione stampata (1963-1970) fu sviluppata secondo un doppio binario, quello della nuova musica e quello delle arti visive, con due redazioni parallele e una fitta rete di prestigiosi collaboratori internazionali.

“Collage” che si  può considerare un unicum in Sicilia non solo per l’ampiezza di respiro che la caratterizzò ma, soprattutto, per la sensibilità nell’individuare fenomeni cardine dell’arte contemporanea, dalla Pop Art all’Arte Povera, dall’happening alla danza/teatro/azione, offre un interessante spaccato della Palermo degli anni Sessanta, al centro di un particolare e purtroppo non più ripetutosi momento di risveglio culturale

 



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Temi di Critica - numero 2

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